La più grande donazione di Jean Malaurie devoluta al Museo Oceanografico di Monco
Figura emblematica dell’esplorazione polare, Jean Malaurie ha donato ufficialmente all’istituto Oceanografico di Monaco una gran parte delle sue collezioni, archivi ed effetti personali che illustrano 70 anni di una vita dedicata ai popoli dell’Artico. Questa è la più grande donazione di Jean Malaurie ha fatto a un’istituzione.
L’appuntamento con la storia e con i documenti che testimoniano il lavoro di Jean Malaurie è per la primavera del 2022, periodo in cui sarà allestita la mostra “Mission Polaire” al Museo Oceanografico di Monaco, un anno che segnerà anche le celebrazioni dei 100 anni dalla morte del Principe Alberti I. Lo rivela una nota stampa in cui si evince che, in occasione di una visita personale di S.A.S. il Principe Alberto II a Jean Malaurie, organizzata il 21 novembre 2019, quest’ultimo ha espresso il desiderio di lasciare in eredità le sue collezioni al Principato di Monaco in un luogo che avrebbe potuto garantire la loro valorizzazione e la più ampia diffusione possibile al pubblico. Tenuto conto della personalità del donatore – un mix tra esploratore e ricercatore, a immagine del principe Alberto I di cui Jean Malaurie era un grande ammiratore – l’Istituto Oceanografico di Monaco è risultato il luogo migliore e pertanto, proposto da S.A.S. il Principe Sovrano, è divenuto anche il principale fiduciario e gestore di questa donazione. L’atto di donazione ha dunque avuto luogo con la firma tra Jean Malaurie e l’Istituto Oceanografico, rappresentato dal suo presidente del consiglio di amministrazione, il professor Philippe Taquet, avvenuta il 19 novembre scorso a Dieppe. Il La collezione consiste in quasi 500 oggetti (archivi personali, medaglie, decorazioni, ecc.), 200 ore di registrazioni di registrazioni, quasi 5000 fotografie (stampe e diapositive) e la slitta di Sir Wally Herbert (1934-2007), il primo conquistatore del Polo Nord, offerto da quest’ultimo a Jean Malaurie. “In questo giorno solenne della donazione delle mie collezioni artiche all’Istituto Oceanografico di Monaco – che sarà accompagnato scientificamente dall’Institut de recherches arctiques Jean Malaurie Monaco/UVSQ – ho il grande onore di celebrare questa unione internazionale dell’Artico in stretta alleanza con i popoli indigeni di Siberia, Lapponia, Groenlandia, Nunavik, Nunavut e Alaska. Alaska. M’inchino con rispetto verso di loro e per la natura che li trascende”, ha detto Jean Malaurie. Per promuovere questo patrimonio così importante, un accordo tripartito è stato firmato il 26 novembre al Museo Oceanografico di Monaco tra Jean Malaurie e il Museo a Monaco, l’Università di Versailles Saint-Quentin-en Yvelines (UVSQ), rappresentato dal suo presidente Alain Bui, e l’Istituto Oceanografico, rappresentato dal suo direttore generale Robert Calcagno, in presenza di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco. “È un motivo di orgoglio per l’UVSQ essere associato alla donazione delle collezioni del professor Jean Malaurie a l’Istituto Oceanografico di Monaco. L’UVSQ è stato coinvolto nello sviluppo degli studi sull’Artico per molti anni. Studi artici, l’UVSQ avrà il ruolo – attraverso l’Institut de recherches arctiques Jean Malaurie (IRAM), diretto dal professor Jan Borm – la promozione scientifica di queste collezioni e l’animazione della ricerca ricerca sul lavoro di fama mondiale del professor Malaurie“, ha affermato Alain Bui. “La ricerca ha portato alla scoperta di un modo di pensare e di una filosofia in questi popoli, in particolare in Groenlandia, poi in Lapponia e infine nella Siberia settentrionale. Le organizzazioni canadesi hanno fatto sapere che sono disposte a unirsi a questa vivace cooperazione alla quale il Principato di Monaco presta l’aura del suo prestigio. Tutti i nostri ringraziamenti al principe Alberto II. Dobbiamo proteggere il futuro della Terra. Nell’Artico, in particolare i principi dell’ecologia, anche della spiritualità, sono dovuti a questo alto posto consacrato prima di tutto da Apollonio da volontà apollinee. Onore all’Istituto Oceanografico e all’Università di Versailles Saint Quentin-en-Yvelines (UVSQ), che, attraverso questo istituto, stanno dando la loro percezione dell’urgenza di proteggere l’equilibrio della Terra, che è minacciato in particolare dal suo riscaldamento accelerato“, ha concluso Jean Malaurie.
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