Acqua e energia: il risparmio è di rigore a Monaco

Più che indicazioni per non contribuire all’inquinamento o lo speco energetico, le recenti note diffuse dal Governo di Monaco sembrano un monito stile ‘austerity’ che hanno caratterizzato gli anni ’70 in Italia

In seguito al piano di gestione dell’energia, l’amministrazione monegasca, forte del sostegno dei cittadini alle misure adottate lo scorso inverno, ha adottato lo scorso 21 luglio due nuovi decreti ministeriali sull’illuminazione pubblica e privata e sull’uso dell’aria condizionata, la cui validità è estesa fino al 30 ottobre 2023. Diciamo che, per quanto riguarda l’illuminazione, sulla scia di quanto era stato indicato già lo scorso febbraio, non è più ritenuta una scelta dei gestori o proprietari delle attività commerciali di Monaco, ma anche di uffici e spazi pubblici: “le facciate, le finestre, le vetrine dei negozi e le insegne luminose di aziende, locali e aree professionali devono ora essere spente tra mezzanotte e le 5 del mattino, a meno che non siano aperte o in funzione durante queste ore. Questo vale” prosegue la nota stampa ” anche per l’illuminazione interna, compresa quella prodotta da schermi o motivi luminosi. Anche gli edifici e gli spazi pubblici si uniscono allo sforzo, con lo spegnimento dell’illuminazione nei locali e nei siti identificati nel decreto tra le 23 e le 5 del mattino. Inoltre, l’uso dell’aria condizionata negli edifici e nei locali pubblici è regolamentato e fissato a 25°, con un’escursione termica di 1° tollerata – salvo casi eccezionali legati alle caratteristiche specifiche di alcuni locali”. Quindi, nello specifico, qualunque locale o spazio professionale potrebbe essere colpito da questa misura poiché praticamente tutti sono invitati ad avviare piani di controllo dei consumi energetici, in conformità con gli impegni assunti nell’ambito del patto nazionale per la transizione energetica, e a seguire le raccomandazioni per un uso corretto dell’aria condizionata avvicinandosi alla temperatura impostata di 25° con un’ampiezza di 1°. Adattate agli orari e alle esigenze estive, queste misure perseguono l’obiettivo di ridurre l’inquinamento visivo e il consumo di elettricità, nel rispetto dell’ambiente di vita. Resta da vedere chi verifica la reale applicazione della normativa. Quanto invece al piano siccità, seguendo quanto già normato a maggio, pare che i primi effetti positivi del livello di allerta il Governo abbia constatato l’efficacia delle misure adottate e “plaude all’impegno degli utenti, chiaramente percepibile nei primi bilanci comparativi sull’utilizzo delle risorse idriche”. Infatti risulta che il consumo medio è diminuito del 6% da maggio (quasi il 10% nella sola settimana dal 3 al 9 luglio) rispetto al 2022. Ciò significa dalla pubblicazione dell’ordinanza ministeriale sono stati “risparmiati” più di 60.000 m3 . Questa riduzione è tanto più significativa se si considera che, prima dell’avvio del livello di allerta, il consumo settimanale nel primo semestre del 2023 era mediamente superiore del 2% rispetto al 2022. “Vi è quindi un effetto reale di queste nuove misure, ancora più marcato se confrontato con l’anno precedente a Covid 2019, con un calo del 13% osservato nel periodo tra il 12 maggio e il 9 luglio” sottolinea il testo. Le piogge sporadiche, tuttavia, non hanno permesso di rifornire le falde acquifere che sono in Francia, per cui il livello delle risorse idriche rimane basso, rendendo indispensabile continuare gli sforzi collettivi per la conservazione dell’acqua. L’invito è, quindi, tanto per Monaco quanto per la Francia, di rimanere vigili sul consumo di acqua in questa situazione di allerta e a prendere le giuste precauzioni. La qual cosa, a dirla tutta, ricorda tanto i tempi in qui, in Italia, l’austerity era all’ordine del giorno…

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