Siti storici Grimaldi di Monaco: aderisce anche Ollioules

Nell’ambito delle sue visite regolari ai territori storicamente legati alla sua famiglia, S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco si è recato, lo scorso 10 marzo, nella località di Ollioules, “città dei fiori”, sita nel dipartimento del Var. Dettagli

Una giornata breve ma intensa, a giudicare dal programma che ha visto protagonista l’illustre ospite, il Principe Sovrano che, fin dal primo mattino, accolto dal Sindaco di Ollioules, Robert BENEVENTI, e dal Prefetto del Var, Evence RICHARD, ha visitato la cittadina ora parte dell’associazione « Sites historiques Grimaldi de Monaco », come indica il cartello posto all’ingresso della città. Nella chiesa di Saint-Laurent, il Principe e la sua delegazione ha assistito anche ad una breve cerimonia in memoria di Charles Grimaldi d’Antibes-Cagnes, vescovo di Rodez, lì sepolto nel 1770, la cui lapide è stata svelata per l’occasione. Il Sovrano, inoltre, ha passeggiato per la città, visitando anche la scuola elementare “Le Château” e svelato un’altra targa apposta davanti l’istituto scolastico per commemorare visitare il luogo che fu, nel XVIII secolo, la casa di un Grimaldi che prestò servizio come capo squadriglia nella Marina di Tolone ed era fratello del fratello del vescovo di Rodez. Infine, dopo un incontro in Municipio con i rappresentanti eletti della città, il Principe di Monaco ha ricevuto, sulla Place Marius Trotobas, davanti alla popolazione riunita, la cittadinanza onoraria della città. E, in questo contesto, ha tenuto un discorso che riportiamo integralmente qui sotto (foto, copyright Mika Alesi).

Che bel simbolo per Ollioules l’ulivo! L’albero ha dato il nome al comune, compare sul suo stemma e si legge nel suo motto: “Fidelis legi semper oliva”, che si traduce in “L’ulivo, cioè Ollioules, è sempre fedele”. Il Prefetto non me lo rinfaccerà, ma mi è stato detto che la formula non era stata sempre la stessa e che Ollioules è stato per lungo tempo “Fidelis Regi”, cioè fedele al Re! Ricorderò soprattutto, nel contesto di questa amichevole e così calorosa accoglienza repubblicana, il simbolismo della pace dei rami d’ulivo – una pace che purtroppo non dobbiamo mai dare per scontata che non dobbiamo mai dare per scontata, qualunque sia il luogo. Vorrei anche sottolineare l’importanza delle radici di questo albero mediterraneo per eccellenza. Esse esprimono la longevità della memoria, ma anche la forza della memoria e la fedeltà, qualunque essa sia. Perché è la fedeltà che ci riunisce questa mattina, in questa piazza pittoresca, nella migliore tradizione della socievolezza meridionale. Fedeltà a una storia condivisa, lealtà alla memoria di un uomo della mia famiglia che è morto nel vostro territorio esattamente trecentocinquantatré anni fa, come lei ha ricordato, signor signor Sindaco. Nato nel 1705, da un ramo dei Grimaldi che aveva le sue radici a Cagnes e che si era separato dal ramo monegasco nel XV secolo, Carlo Grimaldi, è stato vescovo di Rodez dal 1746, e morì al castello di Ollioules mentre si recava a visitare al fratello, il “Conte di Grimaldi”. Per seguire la sua carriera sotto le armi, questo ufficiale si era stabilito a Tolone nel 1755, e aveva acquistato il castello di Ollioules. Brigadiere delle armate navali nel 1765, fu infine promosso a capo squadriglia nel 1771. Fu riportato frettolosamente dalla sua “casa di campagna”, cioè Ollioules, pochi giorni prima, morì a Tolone il 1° giugno 1774. L’anno precedente aveva fatto sposare suo figlio con una Marie-Victoire de Mine de Quinson, originaria di Ollioules. Il castello di Ollioules venne venduto nel 1794 come proprietà nazionale. I Grimaldi rimasero quindi a Ollioules per soli quarant’anni nel suo comune, ma è stato un periodo sufficiente per scrivere una storia condivisa storia da scrivere e che venissero creati, trasmessi e perpetuati fino ad oggi luoghi di memoria comune. Sono molto grato a lei, signor sindaco, e attraverso di lei a tutti gli eletti comunali ma anche a tutta la popolazione di Ollioulais, per essere stati disposti a rimettere in chiesa la lapide funeraria del mio lontano parente, e per aver aderito a una rete che ci permetterà di perpetuare nel tempo i nostri legami. Sono anche molto felice che quella che era la casa di campagna dei Grimaldi è ora una scuola. Perché il nostro sguardo sulla storia ha senso solo se ci aiuta a proiettarci nel futuro, e quindi a trasmettere ai nostri giovani la sua ragione di vita. Questo è ciò che state cercando di fare, Signor Sindaco, da quarant’anni, secondo quanto mi è stato detto, prima come deputato, poi come sindaco negli ultimi venticinque anni. Perché sto scoprendo una città molto legata alle sue radici e allo stesso tempo molto impegnata nelle sfide del futuro. Ho notato l’importanza che attribuite alla cultura e alla valorizzazione del nostro patrimonio. Così, potete vantare tre musei comunali, un centro del patrimonio metropolitano e un teatro nazionale a Châteauvallon.

Questo centro creativo ha un piccolo legame con il Principato, attraverso Charles de Gaulle. con il Principato, attraverso Charles Berling. L’anno scorso ha prestato la sua voce L’anno scorso ha prestato la sua voce a un film documentario sull’impegno pacifista del mio grande sull’impegno pacifista del mio trisnonno, il Principe Alberto I, di abbiamo commemorato (nel 2022, n.d.r.) il centenario della sua morte, e nell’ambito di queste celebrazioni ha eseguito del suo diario di viaggio, La Carrière d’un navigateur, come parte delle celebrazioni. Ho avuto il piacere di rinnovare l’adesione di Charles Berling all’associazione come membro del Comitato di gestione del del Teatro Principessa Grace, il palcoscenico pubblico del Principato. del Principato. A causa delle mie radici, non posso che essere sensibile, inoltre, alla mano che la vostra città ha teso verso l’Atlantico fin dal passaggio per Ollioules, il 6 aprile 1787, del futuro presidente americano, allora ambasciatore in Francia, Thomas Jefferson. La presenza del Console generale degli Stati Uniti testimonia oggi questi legami forgiati dalla storia, e la ringrazio per questo. Per tutte queste ragioni, accetto con non celato piacere la cittadinanza onoraria della vostra città, che il vostro Consiglio comunale mi ha conferito. Infatti, il Capo di Stato di un piccolo Paese mediterraneo, i cui confini, come diceva la grande scrittrice francese Colette – di cui quest’anno ricorre il centenario – erano “nient’altro che fiori”, non può non essere estremamente toccato dalla dignità di una città che è stata a lungo, non solo per la sua storia, ma anche per la sua cultura. Il Capo di Stato di un piccolo Paese mediterraneo, i cui confini, come diceva la grande scrittrice francese Colette – di cui quest’anno ricordiamo il centenario della nascita – erano “nient’altro che fiori”, non può non essere estremamente toccato dalla dignità di una città che è stata a lungo non solo la “città dell’ulivo”, ma anche la “città dei fiori”!

QE-MAGAZINE #10

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