InterAct a Monaco: i rifugiati raccontano il ruolo dello sport come leva per la vita miglioramento della vita e della pace

Lo scorso venerdì 5 aprile, alla vigilia della Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, gli studenti dell’Istituto François d’Assise-Nicolas Barré (FANB) e gli sportivi rifugiati hanno potuto confrontarsi in occasione del simposio “INTER’ACT”, organizzato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dalla Direzione della Cooperazione Internazionale (DCI)

Alla presenza di Isabelle Rosabrunetto, Direttore Generale del Dipartimento Risorse Umane, gli studenti dell’ultimo anno della FANB e alcuni sportivi rifugiati giunti nel Principato hanno discusso sul tema “Lo sport: veicolo di pace, coesione sociale e integrazione”. L’obiettivo era quello di sensibilizzare gli studenti sulla situazione dei rifugiati e degli sfollati nel mondo, di cambiare il modo in cui le persone considerano lo status di rifugiato e di discutere dello sport come leva per lo sviluppo, la solidarietà e la pace. La conferenza, concepita come un forum di scambio e dibattito, è stata caratterizzata da diverse sessioni: a una presentazione introduttiva dell’UNHCR, che ha affrontato i concetti di crisi umanitaria e sfollamento forzato, è seguito un momento speciale di condivisione con tre relatori sportivi rifugiati, oltre a un rappresentante dell’Organizzazione Monegasca di Solidarietà Internazionale (OSI) Pace e Sport, che ha un particolare interesse per Zaatari, una famiglia originaria della Giordania. Gli studenti dell’ultimo anno, che erano rappresentati nel panel da due delegati, hanno potuto porre domande ai vari relatori sul loro coinvolgimento nello sport.

Fanoos ha raccontato la sua esperienza di ex membro della squadra di calcio femminile in Afghanistan, mentre Ammar ha parlato della sua carriera e della sua formazione come allenatore sportivo. Infine, Boubacar ha parlato del suo impegno nelle associazioni e nel lavoro civico con gli esuli. Durante il colloquio, gli studenti del FANB hanno potuto gustare un pasto preparato da una cuoca rifugiata con i team di catering del Lycée, in particolare un Thiéboudiène, un piatto tradizionale del suo Paese d’origine, il Senegal. Ricordiamo che la questione dei rifugiati e degli sfollati è uno degli approcci trasversali della Cooperazione monegasca. Nel 2020, Monaco sarà il primo donatore pro capite dell’UNHCR. Come ha sottolineato la signora Rosabrunetto, stiamo lavorando duramente per sensibilizzare l’opinione pubblica, e in particolare gli studenti delle scuole del Principato, sulla situazione degli sfollati e dei rifugiati. Paolo Artini, rappresentante dell’UNHCR in Francia e nel Principato di Monaco, ha dichiarato di essere lieto che, in un momento di crescente crisi umanitaria, i team dell’UNHCR abbiano unito le forze con la Cooperazione monegasca per aiutare gli scolari – i cittadini di domani – a comprendere meglio le sfide dello sfollamento forzato, l’importanza della solidarietà e il potere inclusivo dello sport per i rifugiati.

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