ClubMediaItalie: a Roma per celebrare 20 anni dalla sua fondazione

Venerdi 12 aprile 2024, presso la sala Walter Tobagi della sede di via delle Botteghe Oscure della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il ClubMediaItalie celebra i suoi 20 dalla sua creazione con un appuntamento ricco di spunti e di interventi che vogliono essere anche una testimonianza come il giornalismo sia cambiato negli ultimi anni.

 ‘Comunicare l’Italia in Europa nell’era post-Euronews’. E’ questo il titolo della giornata celebrativa dei 20 anni dell’associazione di diritto francese e matrice italiana ClubMediaItalie / ClubMediaFrance. Lo scopo è di riflettere, come recita il comunicato stampa del club “l’incredibile mancanza di una efficace proiezione internazionale del giornalismo italiano in Europa (che penalizza gravemente l’immagine internazionale dell’Italia), la drastica riduzione degli uffici di corrispondenza dei media italiani in Europa e nel mondo, la fine del progetto istituzionale Euronews (vale a dire la televisione paneuropea, sorta nel 1993 da un progetto della Rai). Il testo continua così: ‘Con la creazione dell’Associazione della Stampa Estera, oltre 100 anni fa, l’Italia fu tra i primi paesi al mondo a comprendere l’importanza di sostenere associazioni giornalistiche internazionali, pertanto nel XXI secolo avrebbe dovuto sviluppare questa tradizione sui due assi paralleli della comunicazione per gli italiani all’estero e della necessaria attenzione all’informazione mondiale, letta dal punto di vista nazionale. Questo diventa tanto più importante, soprattutto, quando non si dispone di canali e media internazionali come hanno invece tutti gli altri grandi paesi avanzati: Deutsche Welle, France 24 e TV5 Monde, BBC, TVE internacional, ecc. L’Italia quindi sconta una arretratezza sconcertante: la Superpotenza dell’arte, dell’architettura, dello stile, della moda, della gastronomia sul piano mediatico lascia che la sua immagine venga riflessa da altri senza nemmeno provare a gestirla. Nonostante i proclami di patriottismo, oggi tanto in voga, manca a più livelli e da tanti anni una vera coscienza della naturale dimensione internazionale del Paese, laddove sembrerebbe che una coscienza “nazionale” sopravviva solo a livello accademico, gastronomico o enologico ma non certo sul piano della comunicazione. Per questo era dannatamente importante che l’Italia istituzionale restasse saldamente all’interno di Euronews. ClubMediaItalie, che torna a Roma per celebrare i suoi 20 anni di vita, sente il dovere di proporsi come organismo di riferimento europeo per progettare finalmente un piano di valorizzazione dei giornalisti italiani e francofoni nel mondo in profonda armonia con tutti i loro colleghi europei e intende creare uno spazio di dibattito permanente per lanciare nuove e coraggiose operazioni analoghe a quello che Euronews voleva fare nel 1993 con la costruzione di una indispensabile opinione pubblica europea e per saldare (finalmente!) l’insieme del vecchio continente all’interno di una dimensione giornalistica sinfonica, per far si’ che l’Europa non resti sempre una sonata incompiuta. Oggi c’è l’Europa della finanza, quella dei mercati, l’Europa della politica ma l’Europa del giornalismo non si è mai realmente profilata. Se esistesse si porrebbero le condizioni per uno stringente dialogo collettivo, le redazioni del Corriere della Sera, di Le Monde, del Times o della Welt, di El Pais, il Guardian, l’insieme delle maggiori testate e dei principali TG nazionali di ogni paese europeo, si esprimerebbero già efficacemente nelle diverse lingue europee, saprebbero fare giornalismo in tante lingue e non solo (a sprazzi) anche in inglese. Invece -nell’era della comunicazione totale- l’Europa dell’informazione non esiste perché la sindrome del risparmio all’osso preferisce tenere sotto scacco la nostra categoria ed arriva persino ad utilizzare l’intelligenza artificiale (vedi il caso Euronews) come strumento per la riduzione dei costi piuttosto che per aumentare la qualità dell’offerta. Una dimensione che ha generato l’era del “post corrispondente precario, mal pagato, vulnerabile, ricattabile” come anticipato già più di 10 anni fa dalla nostra grande collega francese Marcelle Padovani in un atto di ClubMediaFrance a Strasburgo. Di questo e di molto altro ancora parleranno i vari invitati, a partire da Pier Virgilio Dastoli, autore del recentissimo volume “A chi serve l’Europa”, scritto a più mani con Emma Bonino; Lucio Caracciolo, direttore di Limes interverrà sul tema “Puo’ esistere l’Europa senza un’opinione pubblica europea?”; il giuslavorista Ivan Callari si esprimerà sul tema “La ristrutturazione di Euronews: criteri negli ultimi licenziamenti collettivi (plan de sauvegarde de l’emploi) e amnesia di un’identità europea”; e dal Principato di Monaco Maria Bologna parlerà del mestiere di giornalista, tra luci ed ombre’. Con l’occasione il Presidente di ClubMediaItalie, Paolo Alberto Valenti traccerà il bilancio di questi primi ventanni di azione sindacale a sostegno dell’informazione italiana all’estero con l’intervento: “Territorio e fuga di un mito: il giornalismo europeo negletto dagli attori continentali nell’era del neoliberismo big tech e dell’intelligenza artificiale, vale a dire il giornalismo senza giornalisti”.

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