Remo Girone: ciò che avrei voluto dirvi…
A un mese esatto dalla scomparsa del grande attore italiano Remo Girone, la nostra Silvia Giordanino ci regala le parole pronunciate nel dopo intervista della scorsa primavera in un prezioso “fuori microfono”…

Riprendiamo da dove l’avevamo lasciata ossia alla domanda: “Prega?”
– Non direi. Ho pregato quando avevo paura di morire per il tumore alla vescica; di quei momenti ricordo perfettamente di aver nominato il nome di Dio nella mia mente e anche vocalmente. Parlavo con lui come se veramente ascoltasse le mie preghiere, lì aggrappavo le mie speranze e questo placava in parte il mio animo. Poi tutto questo è svanito quasi immediatamente almeno così mi sembra. Onestamente non ricordo bene, è come in una nebbia ovattata. Ho condiviso questa sensazione con altri pazienti e ho ne letto a proposito. È cosa comune, non solo mia. Come tutti gli atei sono poi ritornato alla mia razionalita’.
-Dunque nessuna fede, neppure non canonica?
– Credo nella forza in se stessi, nel mettersi in gioco anche rischiando.
Di nuovo parlo del mio lavoro che nella declinazione del teatro è la mia passione. Quando si alza il sipario al via una partita, si scoprono le carte e si sa che la partita può andare male, ma se non si gioca sia l’attore che gli spettatori perdono. Io rischio per primo. Ma qui è la meraviglia, il click della mia mente e delle mie emozioni: se vincono loro io ho vinco pienamente.
(Ho l’impressione che sia commosso n.d.r.)
– Eppure mi ha detto che va in chiesta.
– Non mi sono espresso bene, ogni tanto “entro” in una chiesa, ma da solo, se qualcuno è con me pretendo la mia solitudine. In realtà credo si tratti di un momento di condivisione con me stesso e con qualcosa che non so esattamente cosa sia, forse la parte più alta di me, la mia anima, ma un ateo può credere nell’anima?
– E’ nota la scaramanzia degli artisti, ma, poiché prima ha affrontato l’argomento della morte, come immagina la sua morte e mi permetto, appunto per rischiare un bel no, come l’attore Remo Girone immagina la morte di Remo Girone?
Diciamo che mi arrogo la presunzione di fare una sorta di domanda “pirandelliana” nella verità e nel teatro.
– Pirandello in effetti è tutto per il Teatro. Ottima domanda. Non so se ho un’ altra altrettanto valida risposta.
Diciamo che come uomo, vorrei credere che la morte sia un passaggio, un voltare pagina, ma essendo ateo non so cosa potrebbe accadere. Poi… Forse mi auguro di non far soffrire gli altri per la mia sofferenza. Ho visto quello sguardo in alcuni amici quando combattevo il cancro ed era più pesante da reggere del mio stesso sguardo allo specchio.
L’attore Remo Girone, ovviamente, vorrebbe morire in teatro, ma dietro le quinte, da non protagonista non in scena.
– Ora sono curioso. Lei, Silvia,come immagina la sua morte?
– Guardando il mare e fumando il mio sigaro.
– Bello.
– Dice? Sempre di morte si tratta.
-Vero.
Sipario.
Buio.
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