Principato di Monaco: attendendo il ritorno delle nacchere

La Pinna nobilis o nacchera, il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo è in via di estinzione per quanto, nelle acque del Principato di Monaco sia stata endemica per decenni.

La colonia di questo mollusco di trovava non distante dalle coste litoranee monegasche, in prossimità del neo-quartiere MareTerra dove prima si estendeva una parte della Riserva protetta del Larvotto. Prima di allora l’Associazione monegasca per la la protezione della natura (AMPN) inviava regolarmente gli esperti di questo bivalve per seguirne lo sviluppo. Ancora nel 2015, fino a 600 esemplari erano stati identificati, misurati e monitorati. Purtroppo a causa di un di malattia infettiva nota come epizoozia, scoppiata sulla costa spagnola è rapidamente diffusa in tutto il perimetro di paesi del Mediterraneo (era il 2016) le nacchere sono state decimate gradualmente. Neanche quelle del Principato di Monaco, purtroppo, ne sono state risparmiato all’arrivo, 2 anni, di questa malattia provocata da un parassita che infetta le ghiandole digestive di queste grandi conchiglie di madreperla che, non potendo nutrirsi correttamente, muoiono di fame. Le istituzioni monegasche, però, hanno deciso di favorire il ritorno di questi molluschi attraverso un ambizioso piano d’azione nazionale e sviluppando collaborazioni con i maggiori ricercatori sul tema. Il Centro monegasco per la cura delle specie marine creato nel 2019 dall’Istituto Oceanografico all’interno del del Museo Oceanografico si è unisce al governo principesco e all’AMPN in questa mobilitazione collettiva.

Grande nacre © M.Dagnino

Nell’autunno del 2019, si è aggiunto un progetto sperimentale per catturare esemplari di giovani nacchere di grandi dimensioni utilizzando trappole poste nella corrente. Con l’obiettivo di catturare il novellame emesso dalle conchiglie intrappolate trappole, i ricercatori hanno provato ad allevarle per capire il funzionamento del loro ciclo biologico. Fino al 2020, però, non è stato possibile intercettare nessuna nacchera, cosa che conferma la situazione veramente critica di questo mollusco, anche nei mari di Monaco. Pertanto è stato studiato una secondo tentativo in questi giorni, attraversi immersioni subacquee previste il prossimo 10 febbraio fino all’inizio di aprile, quando le foglie della Posidonia sono corte e poco folte. Le campagne di osservazione prenderanno di mira le giovani nacchere, se esistenti, e completare l’inventario nella speranza di trovare individui vivi, capire i fattori di resistenza e tentare di ripopolare i fondali. Ad agire, concretamente, sono i sommozzatori delle principali istituzioni del Principato, quelli della Divisione di polizia marittima e aeroportuale, della Direction des Affaires Maritimes e quelli della Compagnie des sapeurs-pompiers, la Compagnie des Carabiniers du Prince, il Centre Scientifique de Monaco, il club di immersione a Monaco; o entità private come il SETEC (ufficio di progettazione ingegneristica) invitati a partecipare a questo progetto insieme alla Direzione di l’Ambiente, il MNPOA e il Museo Oceanografico. La loro conoscenza dell’ambiente marino e la loro competenza, dice la nota congiunta del Governo di Monaco, del Museo Oceanografico de del APMN, sono preziosi alleati nel moltiplicare le osservazioni necessarie per la salvare la specie. Nel corso di una riunione organizzata lo scorso 10 febbraio sono stati condivisi i dati in merito allo stato delle nacchere, illustrati il piano d’azione previsto a Monaco e la campagna partecipativa (identificazione e distribuzione delle aree di osservazione e protocollo comune) che si svolgerà prossimamente. I dati raccolti saranno poi trasmessi alla Direzione dell’Ambiente, che li analizzerà in relazione a l’Istituto Oceanografico e l’AMPN.

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