Monet en Pleine Lumière, la nuova mostra estiva del Grimaldi Forum

Una mostra didattica, rara nel suo genere, ‘splende’ da meno di una settimana nei saloni del Grimaldi Forum di Monaco. Qui si racconta la storia di un artista nato nel nord della Francia, folgorato dalle luci della Costa Azzurra scoperte in occasione di un viaggio che avrebbe dovuto avere termine dopo 15 giorni ma che, invece, protrattosi oltre il tempo previsto, ha influenzato il nostro Claude Monet fino a trasformarlo in uno dei maggiori esponenti del movimento artistico degli impressionisti. A raccontarcelo Massimo Cugnetto, dopo aver incontrato l’appassionata Marianne Mathieu, la curatrice di questa esposizione.

Lei se lo è immaginato sulle alture di Bordighera mentre cercava di dare il tocco giusto alle tre tele – e relativi cavalletti – posizionati distanti gli uni dagli altri proprio per cogliere ogni sfumatura del paesaggio che ritraeva. Uno sforzo fisico non da poco, visto che correre con la tavolozza in mano per completare le tele, per Monet il gigante, in tutti i sensi, era non solo un esercizio di stile, ma una necessità. Di pittura, allora, non si viveva se non si esponeva nei grandi saloni del tempo. Poco contava l’estro o il talento, bisognava farsi notare o con la grandezza delle opere realizzate o per i messaggi che l’artista riusciva a trasmettere. Per Monet, però, dipingere era quasi una catarsi, una sorta di contemplazione della vita e catturare lo spazio che s’interponeva tra lui ed il soggetto da ritrarre era diventata la sua missione artistica distinguente. Quello che il visitatore può vedere, al Grimaldi Forum di Monaco – dall’8 luglio al 3 settembre 2023 – è quindi una sintesi della vita stessa di Monet, una festa della pittura e dei sensi. Potremmo già definirla una esposizione introspettiva del pittore dell’impalpabile, dell’intangibile, di chi nessuno come lui ha saputo dare forma alla quinta essenza del colore, la luce: Claude Monet, colui che grazie alla luce riesce a dare forme a ciò che luce non ha. Colui che definiva la Costa Azzurra “luce”, dove proprio qui, in questo arco di riviera liguro – francese, che il pittore individua la giusta luce, unica, magica, ideale per dare espressione alla propria arte. L’esposizione Monet en Pleine Lumière, vorrebbe essere anche anche storica, perché mai prima d’ora sono state raccolte così tante opere, circa un centinaio provenienti da collezionisti privati del mondo intero – tra cui anche una della collezione privata del Principe Alberto, raffigurante Monte Carlo vista da Roquebrune – di un artista come Monet e esposte nella città in cui le ha concepite e che raffigurano paesaggi, scorci, momenti ed elementi dello stesso territorio. Per Marianne Mathieu, quella allestita al Grimaldi Forum, dopo anni di ricerca, si potrebbe dire anche unica perché grazie all’utilizzo di particolari dispositivi audiovisivi, il visitatore che non ha alcuna idea di chi possa essere Claude Monet, è coinvolto in un’immersione sensoriale tale da poter guardare le opere esattamente secondo il punto di vista dell’artista e di percepire quella stessa luce che percepiva lui.

Basti solo pensare che Monet bruciava le proprie opere che non amava e conservava solo quelle che secondo lui i posteri avrebbero potuto apprezzare, per capire che noi oggi abbiamo a disposizione solo opere che lui definiva compiute, che rispettano fedelmente la sua visione dell’istante secondo la luce di quell’esatto momento. L’esposizione Monet en Pleine Lumière, che celebra il 140° anniversario della prima visita dell’artista in Costa Azzurra, si sviluppa sull’immensa area di 2.500mq del Forum, su un percorso specifico di 3 ambienti che rappresentano i 3 momenti significativi della vita artistica di Monet. Il visitatore entra dapprima in una sala “zero”, una sala di presentazione multimediale – dove si avvertono i suoni della natura, il vento, il mare, i grilli – da cui si prosegue nella sala 1 dove saranno presenti 2 coppie di dipinti raffiguranti gli stessi soggetti, una capanna di doganieri e un ponte ferroviario, ma prodotti a 30 anni di distanza, dove una voce di sottofondo darà le giuste informazioni e tutti gli elementi per avere la corretta chiave di lettura dei suoi (capo)lavori: non il soggetto ma l’instante in cui l’artista ha dipinto. Il percorso continua poi nelle altre 2 sale riferite agli altri 2 importanti momenti artistici del pittore continuando a percepire le sue opere con gli occhi dell’artista. E’ presente anche un dipinto inedito, mai esposto al pubblico, fatto nel borgo ligure di Dolceacqua, luogo che dopo aver visitato con alcuni pittori inglesi Monet ha ritenuto avesse le connotazioni ideali per la sua pittura. Era il 1893 quando Claude Monet, un perfetto sconosciuto, vedovo, viveva a Giverny, in Normandia, con la sua nuova compagna e in 2 avevano 8 figli da sfamare. I suoi problemi economici si capiscono senza ulteriori informazioni. Chiede consigli al suo venditore che per aiutarlo gli chiede solo nuovi lavori. Allora decide di viaggiare per trovare ispirazioni. Era il mese di dicembre quando assieme al suo amico (Pierre-Auguste) Renoir arrivano in Costa Azzurra e monta il suo cavalletto a Monte Carlo dove dipinge 2 vedute della Testa di Cane – promontorio alle spalle di Monaco nel comune francese della Turbie – dall’Hotel Beach. Monet decide di ritornare subito in Costa azzurra, ma da solo, visita Monaco ma per la troppa gente dopo 2 settimane si installa a Bordighera, più tranquilla. Prevede di fermarsi 3 settimane ma ci resta 3 mesi, dove si immerge in una pittura da solitario e, motivato dalla sua situazione economica, riesce in quel periodo a produrre 40 opere – solitamente il lavoro prodotto in un anno – tutte opere mai esposte nel periodo in cui era in vita. Soddisfatto decide di ripetersi. Dalla volta successiva inizia la tecnica di cominciare a dipingere 2 opere contemporaneamente ma in diversi momenti della giornata per catturare una particolare luce continuando i giorni successivi alla stessa ora per definire lo stesso effetto.

Continua questa tecnica per ben 8 anni, correndo dietro la luce come nessun altro, guardandola, analizzandola, capendola, immortalandola, utilizzando tutte le risorse che la luce stessa poteva offrire. E’ il 1888 quando Monet, 48enne, decide di trasferirsi ad Antibes. Qui decide di provare una nuova tecnica, non continua più a dipingere 2 quadri contemporaneamente, ma comincia a lavorare su 3, 4, anche 5 tele, sullo stesso soggetto, in diversi prospetti ma ognuno in un momento specifico della giornata. Soddisfatto del risultato e degli effetti della luce decide di continuare a produrre tele a mezz’ora d’intervallo l’una dall’altra, numerandole e continuandole giorno dopo giorno alla stessa ora per proseguire e dettagliare nel dipinto lo stesso effetto. Per Monet, un effetto dura 30 minuti, ecco il motivo della sua scelta. Solo dopo aver capito che l’obiettivo della pittura di Monet non è ciò che lui ha dipinto ma quando lo ha dipinto, quindi il suo istante, possiamo affermare che questa non è solo una esposizione di quadri ma un’esperienza di emozioni sensoriali, grazie al lungo lavoro, frutto di grande passione per l’arte e per Monet, di chi l’ha immaginata e curata, l’esperta d’arte Marianne Mathieu, nata a Cap d’Ail e poi formatasi professionalmente fino ad essere riconosciuta mondialmente come esperta di questo artista dall’animo gentile. E’ comunque curioso quanto quel viaggio ispiratore sia divenuto poi rivelatore, infatti se Monet non avesse accettato l’invito di Renoir, non avrebbe successivamente conosciuto Monaco e la Costa Azzurra, non li avrebbe dipinte e magari non avrebbe avuto il successo che ha avuto e meritato. Un viaggio cambia sempre la vita. Viaggiamo. (Foto by AMP Monaco)

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2 risposte

  1. 07/08/2023

    […] ed al Grimaldi Forum dove è stato allestito un percorso museale effimero dedicato a Claude Monet (clicca qui per saperne di più) ed al Palazzo dei Grimaldi sulla Rocca per assistere al tradizionale cambio della guardia alle […]

  2. 29/08/2023

    […] al pittore francese Claude Monet, di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa in un articolo (clicca qui per accedervi) e che annuncia una ultima apertura serale, il 1 settembre […]

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