Monaco: situazioni eccezionali, risposte equivalenti
Ed eccomi nuovamente qui, a parlare ancora di #Coronavirus dal Principato di Monaco. Potrei debuttare questo editoriale, il primo da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che quella del Covid 19 è pandemia globale, con lo slogan pronunciato recentemente dal Primo Ministro monegasco Serge Telle: bisogna saper comprendere, anticipare e adattarsi.
Ossia ricorrere alle numerose indicazioni fornite nel pomeriggio dal Consiglio Nazionale di Monaco che, per bocca del suo Presidente, Stèphane Valeri – come avete modo di leggere sul post diffuso sulla pagina Facebook dell’Emiciclo monegasco – , ha sottolineato di aver largamente contribuito alle loro finalizzazione: “In questo momento, dobbiamo essere in grado di anticipare e pensare alla prossima mossa. In sintesi, serve prepararci oggi per il passaggio alla fase 3 dell’epidemia, soprattutto in materia medica e ospedaliera. E alla situazione di emergenza vissuta da molti attori economici, Monaco deve fornire soluzioni urgenti”. L’approccio pragmatico di Valeri in qualche modo mi solleva il morale, soprattutto se penso che alla vicina Francia, attualmente impegnata con le prossime elezioni, sembra che la diffusione del #Covid19 non sia una priorità nonostante i numeri di contagiati siano esponenziali. “Chiediamo che vengano prese decisioni e che gli aiuti vengano erogati in tempo reale, commisurati alle difficoltà incontrate e alle sfide economiche e sociali per il nostro Paese. Ci penseremo noi per noi!” ha aggiunto il Presidente del Consiglio Nazionale di Monaco, certo che la concertazione sia l’unica cosa che possa contrastare decisioni prese solo per ragioni formali.
Tuttavia, bisogna sempre guardare i fatti, anche nel Principato di Monaco: alle circa 200 chiamate telefoniche in media al giorno al numero attivato per assistere e rispondere ai residenti monegaschi, corrisponde il 10% di consultazioni sanitarie a cui seguono fino ad un massimo di 5 tamponi al giorno. Il risultato, che sembra miracoloso, è che Monaco non ha contagiati tranne il britannico che ora è in isolamento presso la propria abitazione, a Monaco Ville. Intanto l’IM2S ed il Centro Cardiotoracico di Monaco sarebbero pronti ad accogliere eventuali pazienti affetti dal coronavirus se l’Archet di Nizza fosse saturo, secondo quanto pattuito dagli accordi franco-monegaschi. Resta comunque valida l’ipotesi che il confinamento a domicilio sia la soluzione migliore per i malati meno problematici. Tutto questo mentre si cerca di contenere l’ingresso alle persone provenienti dalle zone a rischio indicate nella lista stilata dal Governo di Monaco, costantemente aggiornata. Pertanto, per il momento, su QE-MAGAZINE non troverete più la rubrica MOiTO, anche se rimango perplessa su altri tipi di escursioni previste, come il DEFENDER Europa 2020. In pratica, come programmato da fine 2019, l’Europa sarà teatro di esercitazioni NATO, con uno stress test animato da 37000 circa soldati (di cui 20 mila statunitensi) a partire dal 20 aprile; e con una simulazione di combattimento al campo di addestramento centrale delle Forze armate previsto dal 16 al 22 maggio in Italia. Mentre tutto intorno c’è la pandemia del Covid 19. Capite bene che in un momento come questo muoversi su campi minati sembra meno pericoloso che aggirarsi in aree contaminate dal Coronavirus. Chissà se anche questa operazioni potrà essere rimandata come altre iniziative. Tipo il Rolex Monte Carlo Masters che, essendo sul territorio francese, dovrà contenere i partecipanti al massimo entro le 1000 unità. Affaire à suivre, come dicono da queste parti…
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