Monaco: la digitalizzazione, i giovani ed i social media

Il Governo di Monaco, da qualche anno, sta cercando di digitalizzare l’amministrazione e rendere il Principato una sorta di hub con decine di app più o meno utili che, insieme ai siti di servizio pubblico, risultano essere decisamente energivori, benché la vocazione Green di questo paese sia una delle prerogative del suo Sovrano. Così, mentre in città la fibra sta rimpiazzando l’attuale cablaggio telefonico e l’amministrazione si dota di una struttura, la Maison di numérique, creata per aiutare coloro che hanno difficoltà all’uso del web e delle nuove tecnologie, i giovani utenti sembra non non possano fare a meno dei loro smartphone impiegati praticamente in ogni occasione. Ma perché? La nostra Leti, ci offre questa sua riflessione-componimento genetliaco che noi pubblichiamo con gran piacere. A proposito, buon compleanno signorina!

Si chiama Maison du numérique ed è stata inaugurata qualche giorno fa in presenza dello stesso Sovrano di Monaco e delle più alte cariche istituzionali. L’obiettivo, secondo quanto dichiarato dal Ministro di Stato Pierre Dartout, è di “garantire che tutti siano integrati nelle dinamiche di apprendimento richieste dalla rapida evoluzione delle tecnologie. Questo è essenziale affinché Monaco rimanga un territorio attraente”. L’idea, è di facilitare l’apprendimento e spiegare l’utilizzo di queste tecnologie. “Il rischio di un divario digitale per la popolazione nel suo complesso, e per gli anziani in particolare, è una realtà. Aiutare le persone a fare un uso migliore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione su base quotidiana è una delle nostre principali priorità”, ha dichiarato Marjorie Crovetto, secondo vicesindaco di Monaco.​ La Maison du numérique è dotata di terminali interattivi e di un’ampia gamma di apparecchiature informatiche e digitali (smartphone, tablet, computer, TV connessa, modem in fibra, terminali WIFI, ecc.). Durante tutto l’anno proporrà un variegato programma – in lingua francese e inglese) che prevede l’assistenza di consulenti​ digitali presenti in loco dal martedì al sabato per guidare i visitatori nell’utilizzo degli strumenti digitali, dei servizi online e delle applicazioni più utilizzati. Previsti anche laboratori organizzati in piccoli gruppi secondo il calendario stagionale per offrire ai partecipanti l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze su vari argomenti in modo divertente e pratico; e pure conferenze tematiche in cui esperti condivideranno la loro esperienza in modo educativo e didattico per informare e sensibilizzare il pubblico sulle ultime tendenze e progressi nel campo digitale a Monaco.​ (Nella foto in alto S.A.S. il Principe Alberto II ha inaugurato la Casa del Digitale, affiancato da Brigitte Boccone-Pages, Presidente del Consiglio Nazionale, Louis Ducruet, Xavier Niel, azionista di maggioranza di Monaco Telecom, Pierre Dartout, Ministro di Stato, Marjorie Crovetto, 2° Vice Sindaco, e Anthony Boccone, Responsabile della Casa del Digitale © Direzione della Comunicazione – Manuel Vitali)

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Ma chi saranno gli utenti di questa struttura? Ricordiamo che il Principato conta più di 38.000 abitanti, di questi molti sono giovani under 18. Mi sono chiesta (è Leti che scrive) come comunicano tra di loro. Ovviamente, e tra questi ci sono anche io e, per esperienza diretta, posso dire i social media giocano un ruolo chiave. Condividere, informare e dare appuntamenti, tutto accade su queste piattaforme digitali. Le più utilizzate, confermata da altri miei coetanei, sono Instagram, Snapchat, Twitter e molte altre. Tuttavia le relazioni che queste ultime permettono d’instaurare si sono trasformate nel tempo, poiché con gli strumenti tecnologici e le nuove funzionalità che queste applicazioni hanno creato, soprattutto per la generazione Z, ha generato una sorta di dipendenza, tanto da non potersi più separarsi dal nostro smartphone. Oltre all’eliminazione dei confini geografici, le nuove tecnologie hanno comunque favorito anche una sorta di cultura dell’immediatezza: non vogliamo più aspettare una risposta a un sms: vogliamo sapere subito cosa ci serve, a domanda risposta, senza attendere oltre. Tuttavia, è palpabile, anche tra di noi, la preoccupazione che con i social network non si riesca più a creare legami con nuove persone nella vita reale, poiché si tende ad usare le reti sociali ‘virtuali’ per comunicare solo con amici già noti, mentre non c’è più nessuna volontà di aprirsi al resto del mondo. Oltre a questo c’è anche il fenomeno dell’isolamento, molto presente al giorno d’oggi: a Monaco, mi risulta, i più attivi sulle reti tendono a rinchiudersi e a non voler uscire e vedere altre persone. A questo punto, mi chiedo, questi network sono davvero così importanti?  Aiutano o impediscono la socializzazione ? Creare gruppi su queste piattaforme con un maggior numero possibile di giovani potrebbe essere una soluzione? Forse sì, benché questa ultima ipotesi potrebbe essere solo una delle soluzioni. Qui a Monaco, ma credo anche altrove, si sono formati dei gruppi reali ma impenetrabili, dove per entrarci è molto complicato se non c’è nessuno che favorisce o presenta il nuovo adepto. Quale soluzione allora? Secondo me esiste una sola possibilità, ossia far capire ai giovani ( ma chi lo deve fare, un adulto, la scuola, la famiglia?) che la vita non si riduce a comunicare solo via i social network perché esiste un’infinità di persone che aspettano solo di conoscersi tra loro, là fuori, dal vivo. Chi inizia per primo?

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