Monaco: tra cybersicurezza, telefonate-truffa e email ingannevoli il Governo corre ai ripari

Dopo le segnalazioni circa le email inviate ai residenti monegaschi per estorcere contatti e soldi, il Governo di Monaco, da tempo ha lanciato l’allarme con cui avvisa la popolazione a fare attenzione a telefonate che hanno il medesimo scopo. Il tutto avviene a qualche giorno dall’annuncio della creazione di un Soc Sovrano ufficializzato il 12 ottobre nell’ambito del salone Les Assises de la Sécurité, giunto quest’anno alla sua 23a edizione

Anthony Boira, Administrateur délégué de Monaco Cloud, Frédéric Genta,
Délégué interministériel à l’Attractivité et à la Transition numérique, Sébastien Massé, Directeur Général de Monaco
Cyber Sécurité, Freddy Milesi, Cofondateur et Président de Sekoia.io et Frédéric Fautrier, Directeur de l’Agence
Monégasque de Sécurité Numérique. ©Direction de la Communication – Manuel Vitali

Sarebbe facile usare la metafora dei pastori che recintano l’area dove pascolano le pecore quando queste ultime sono fuggite, nel caso volessimo riferirci alle numerose segnalazioni in cui i residenti monegaschi continuano ad essere destinatari di email e telefonate truffaldine, a loro insaputa. Chiederci però come sia possibile che questi fatti accadano anche qui, proprio mentre Monaco si stia ‘digitalizzando’ è quantomeno legittimo. Dalle App gratuite consigliate anche dall’amministrazione locale – lo ricordiamo tutte le volte, se qualcosa è gratuita il PRODOTTO SIAMO NOI – alla gestione di Icloud poco protetti, sarebbe inoltre facile immaginare che i database provenienti dal Principato di Monaco oramai siano stati già fagocitati dal mercato parallelo, rivenduti a fornitori di servizi di marketing on line o peggio rubati da hacker in cerca di nuove vittime. Tuttavia, il monito ad agire consapevolmente, con la richiesta di sensibilizzare i lettori a queste problematiche, è arrivato dalla stessa amministrazione di Monaco che si preoccupa ora di correre ai ripari in vari modi. E dire che, come avevamo mostrato commentando le autorizzazioni cedute a fronte di alcune applicazioni gratuite monegasche, non è facile far capire al pubblico che i nostri stessi telefonini sono la porta d’ingresso a operatori scaltri che, tra l’accettazione delle condizioni imposte per il loro uso, nonostante la possibile rimozione delle nostre informazioni solo facendo appello agli uffici monegaschi competenti, riescono ad inserirsi per fare shopping di numeri telefonici, foto e email contenuti nelle nostre memorie interne. “I chiamanti, che utilizzano numeri di operatori stranieri, si presentano come funzionari di polizia o avvocati, e inducono le loro vittime a credere che un membro della loro famiglia sia stato coinvolto in un grave incidente stradale. Chiedono loro di raccogliere un’ingente somma di denaro (contanti, gioielli, ecc.) al fine di porre un termine al presunto procedimento legale”, sottolinea la nota stampa che chiarisce: “si tratta di una campagna di telefonate malevoli, finalizzata a frodare le potenziali vittime che rispondono positivamente alle sollecitazioni del chiamante”. Cosa fare, allora? Intanto, insistiamo, meglio scaricare tutte le app su uno smartphone vuoto, senza foto né indirizzi, e solo successivamente collegarsi ai vari hotspot via WI-FI. Nel frattempo, poiché ormai il danno è fatto, si consiglia ai destinatari di queste chiamate, di NON DARE SEGUITO ALLA CHIAMATA e NON RISPONDERE FAVOREVOLMENTE ALLE SOLLECITAZIONI DEL CHIAMANTE. Come comportarsi, invece, ad essere hackerati via email o per altre strade sono i dati sensibili di una società installata nel Principato di Monaco?

Premesso che il VPN (Virtual Private Network) acquistabile on line potrebbe una buona soluzione per un privato, per un’azienda che ha bisogno di stoccare informazioni e documenti che contengono dati sensibili, ecco che arriva in soccorso nel Principato di Monaco il neo Security Operations Center, il primo SOC sovrano in Europa, presentato ufficialmente nell’ambito del salone ‘Les Assises de la Sécurité’ . Così, dopo 5 anni impiegati per trasformare digitalmente il regno dei Grimaldi in un paese dove il 5G, l’eSanté, l’educazione nelle scuole all’utilizzo delle nuove tecnologia hanno integrato il DNA monegasco, la cybersicurezza è entrata ufficialmente tra i prodotti monegaschi a cui rivolgersi. Il servizio, reputato vitale per limitare gli attacchi anche contro gli impieghi illeciti e le manovre di che utilizza sistemi quantici per acquisire illegalmente informazioni, intende dunque offrire un servizio in grado di rilevare, analizzare ed elaborare gli incidenti di sicurezza informatica con tempi di reazione ridotti. L’offerta del SOC sovrano di Monaco Cyber Sécurité, ufficializzato con la firma congiunta con una società francese, è stata commentata nel corso di un incontro, lo scorso 12 ottobre, in presenza degli attori principali di questa iniziativa che si basa su due tecnologie chiave: Monaco Cloud, la piattaforma cloud sovrana del Principato – salvaguardata da leggi monegasche -, che intende garantire la protezione dei dati dei clienti attraverso server situati a Monaco; e Sekoia.io, il fornitore, che ha messo a disposizione una piattaforma XDR (eXtended Detection and Response) alimentata da un’intelligence proprietaria sulle minacce informatiche, ed implementata sugli ambienti Monaco Cloud che, integrata nel SOC-MCS, assicura di rilevare immediatamente le minacce grazie a un vasto catalogo di regole di sicurezza migliorato dai team della Monaco Cyber Sécurité. Quanto costi questo servizio, però, non è dato sapere perché, come sempre, l’offerta dipende da molti fattori: stoccaggio, accessi, livelli di sicurezza informatica e tecnologie utilizzate. Insomma, se ci fosse qualche dubbio su quale siano le attività più redditizie in questo secolo la risposta è già scontata. Del resto, visitando proprio il salone allestito al Grimaldi Forum fino a 14 ottobre, considerato il gran numero dei partecipanti ed i loro commenti, non ci sono dubbi sul fatto che esista una florida economia originata dalle nuove tecnologie, se impiegate correttamente; e nel male, quando rappresentano uno strumento a danno delle attività produttive o un mezzo per violare la nostra privacy.

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Una risposta

  1. 09/01/2024

    […] di vario genere. L’amministrazione, – ne avevamo già parlato in un articolo accessibile cliccando qui – dal’altro canto, altro non può fare che continuare ad inviare allerte ed […]

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