Monaco e la depenalizzazione dell’aborto: un cambiamento storico!
Con 19 voti favorevoli e 2 contrari, il Consiglio Nazionale di Monaco ha adottato la proposta di legge n. 267, che prevede la depenalizzazione totale dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nel Principato. E la reazione da parte dell’Arcivescovo David non si è fatta attendere

E’ una decisione che rappresenta una svolta significativa nel panorama legislativo monegasco, che segna un cambiamento rispetto alle precedenti riforme del 2009, che consentivano l’aborto solo per motivi medici o in caso di stupro, e del 2019, che eliminava le sanzioni penali per le donne che vi ricorrevano. La votazione del 15 maggio è stata, in realtà, il culmine di oltre un anno di lavori, avviati nel marzo 2024, che hanno coinvolto istituzioni, esperti, associazioni e rappresentanti della società civile, inclusa la Diocesi di Monaco, in un dialogo articolato e rispettoso delle diverse sensibilità. Il Presidente del Consiglio Nazionale, Thomas Brezzo, ha sottolineato l’importanza di questa riforma, dichiarando: “Penso alla solitudine, alla sofferenza, talvolta alla disperazione di quelle donne, spesso molto giovani, respinte dal diritto del proprio paese. Questo testo non è un’incitazione all’IVG, né un’alternativa alla contraccezione. È piuttosto un segnale forte di ascolto, di prevenzione e di accompagnamento”. Nello specifico, la proposta di legge stabilisce che:
- L’IVG sarà consentita fino alla dodicesima settimana di gravidanza, senza necessità di giustificazione.
- Il termine sarà esteso a sedici settimane per le donne vittime di stupro.
- Verrà introdotto un periodo di riflessione di tre giorni, per garantire una scelta consapevole.
- Le spese dell’intervento saranno coperte dal sistema di previdenza sociale, per garantire un accesso equo a questa pratica.
Com’era prevedibile, essendo il Principato uno Stato cattolico per costituzione, la decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato molti cittadini e associazioni hanno accolto con favore la riforma, dall’altro la Diocesi di Monaco ha espresso preoccupazione attraverso una lettera pastorale firmata da Monsignor Dominique-Marie David, recitata lo scorso 18 maggio, in cui si ribadisce la posizione della Chiesa sulla sacralità della vita e si critica il processo legislativo che ha portato a questa decisione. Secondo il comunicato della Diocesi, il dibattito sull’aborto è stato introdotto nell’agenda politica senza essere parte del programma elettorale della maggioranza eletta, sollevando interrogativi sulla sua urgenza e sulle modalità di consultazione pubblica. A questo punto l’iter prevede che il Governo in sei mesi dalla proposta di legge n. 267 deve decidere se trasformare la proposta in un progetto di legge definitivo. Nel testo inviato alla stampa, l’Arcivescovo David ha concluso riportando l’avvertimento di Papa Leone XIV, che, all’indomani della sua elezione, ha sottolineato i rischi legati alla perdita della fede: “Secondo il Pontefice, questa mancanza porta a una crisi morale e sociale, alla perdita del senso della vita, alla violazione della dignità umana, alla crisi della famiglia e alla diffusione di un ateismo pratico, anche tra i battezzati”. Infine, David, pur non essendo l’unico elemento identitario del Principato, ha voluto sottolineare che il cattolicesimo è parte fondamentale del suo DNA, senza il quale Monaco perderebbe una parte essenziale della sua identità. Indipendentemente dalle posizioni personali, questa riforma segna un momento storico per Monaco, che si allinea sempre più agli standard europei in materia di diritti delle donne e salute pubblica.
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