Monaco: Caterina Caselli, una vita piena di sorprese…

Precursore dei suoi tempi, la nota cantante, discografica e imprenditrice Caterina Caselli che, fin da piccola ‘senza musica’ non riusciva a stare, come ci ha svelato lei stessa nel corso di un’intervista, è stata l’ invitata speciale del primo appuntamento dell’anno organizzato dall’associazione Dante Alighieri di Monaco…

Ha suscitato un grande interesse e vivo apprezzamento la proiezione sul grande schermo del Teatro Princesse Grace -organizzata su iniziativa dell’Associazione Dante Alighieri del Principato di Monaco- del docu-film intitolato ‘Caterina Caselli – Una vita, 100 vite‘, il primo prodotto dall’azienda di famiglia, la Sugar Play. Lo spettacolo, come abbiamo già scritto (clicca qui per leggere l’articolo ), non è stato solo un omaggio alla sua lunga carriera, ma soprattutto un racconto che mette in luce Caterina che narra, in prima persona, la sua storia personale contestualizzandola in un periodo storico (quello degli anni Sessanta) che ha indubbiamente segnato la storia della musica italiana in un momento in cui l’emancipazione delle donne e la loro ribellione, tanto nel vestirsi che nell’ acconciare i capelli al di fuori degli schemi tradizionali, sì è affermata fino ai giorni nostri. A qualche ora prima dello spettacolo l’abbiamo incontrata chiedendole proprio se il suo ‘Casco d’oro’ che l’ha caratterizzata agli inizi della sua carriera di cantante l’abbia segnata negli anni: “In verità, quanto ha inciso la canzone ‘Nessuno mi può giudicare’ tante signore della borghesia milanese già seguivano la moda dei capelli a caschetto, sulla scia delle inglesi. Diciamo che  l’acconciatura, abbinata alla canzone, ha fatto più scalpore. Il testo inneggiava alla libertà della donna, di parità con gli uomini, e questa era una novità. Ho avuto fortuna a vivere in un’epoca così effervescente, in cui noi donne volevamo affermarci. Ricordo ancora oggi che, a 14 anni, ad un matrimonio mi vestii come mia madre. Si usava così allora. Ma a me, che potevo cantare ed esprimere le sensazioni che sentivo quotidianamente, questa cosa mi rendeva prepotente. Ed ero anche contenta di esserlo!” Lei conta nella sua scuderia cantautori ed artisti di fama mondiale come Paolo Conte, Arisa, Negramaro, Cremonini e tanti altri cantanti di successo: cosa ne pensa dell’attuale panorama musicale? “No amo affatto la trap o rap, benché spesso prodotti da case discografiche indipendenti, perché preferisco canzoni in cui si parla di rispetto soprattutto nei confronti delle donne. Ci sono comunque voci interessanti che in qualche modo mi sono più familiari di altri perché con loro ci ho già lavorato. Come Elisa e Malika, che hanno una bellissima voce, ma sono convinta che questo non basta per avere successo. Inoltre l’ unicità ed il talento da soli non sono sufficienti per emergere: occorre carattere, affidabilità, coraggio e saper scegliere le persone con le quali costruire qualcosa e avere fiducia per entrambi, questo è molto importante.” 

È stata cantante, attrice conduttrice televisiva e autrice di brani cantanti anche oltre frontiera. Quale e quando è stato davvero il momento in cui ha sentito di essere all’ apice della carriera? “Mai, perché è un po’ come quando si naviga e all’orizzonte si vede il mare che si unisce al cielo, si pensa adesso arrivo fin laggiù e poi non si arriva mai.” In attesa di vedere l’esibizione dei suoi cantanti (tre per la precisione) in gara al prossimo Festival di Sanremo, ci svelerebbe il suo sogno nel cassetto? “Certo, ci sto lavorando da anni e sono tenace, voglio realizzarlo assolutamente: si tratta di un film, un’opera omnia, dove musica, arte e spettacolo si fondono insieme alla voce di Paolo Conti, un amico ed un artista che stimo tantissimo. Si tratterebbe di mettere in valore i bozzetti (2500) realizzati da Paolo che è riuscito a sintetizzare la frizzantezza degli anni Venti, quelli in cui a Parigi confluivano artisti che hanno rivoluzionato la storia. Ci sono riuscita in parte portandolo sul palco della Scala di Milano, ma non mi fermo qui…” 

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