META ENTERTAINMENT WORLD: dal reale al virtuale, in partenza dal Principato di Monaco

​Potrà mai il Principato di Monaco diventare il nuovo regno della Realtà aumenta, ma anche degli ologrammi, del Metaverso, del Non Fungible Token (NFT) e pure della blockchain e delle criptovalute fino agli egaming? A renderlo possibile ci proverà un dinamico gruppo composto da Steven Saltzman, figlio del famoso Harry produttore cinematografico che ha fatto la sua fortuna realizzando 9 film della serie di James Bond; Caroline Jauss, colei che tiene le file della ingarbugliata matassa amministrativa dell’evento; Mitch Lowe, che oltre ad essere tra i fondatori di Netflix ha preso parte, come ideatore, al Monaco Streaming Festival (MSF) che ritorna quest’anno, per la seconda edizione, dal 31 maggio al 2 giugno; e Carmen Franko, anche lei implicata sia nel MSF che nel “META ENTERTAINMENT WORLD”, per il quale riveste un ruolo più da PR che da super esperta.

L’annuncio ufficiale lanciato con enfasi nel Principato di Monaco lo scorso 5 maggio in mattinata, già definisce la prima edizione del “META ENTERTAINMENT WORLD” come appuntamento a cui partecipare sia di persona che virtualmente debba essere impedibile per gli addetti ai lavori. Sono attesi incontri, workshop B2B e conferenze che non lasciano troppo spazio alla fantasia, almeno non come la intendiamo noi. Nel corso dell’ incontro con la stampa, gli organizzatori di questo evento atteso dal 23 al 24 maggio, nelle barocche sale dell’Hotel Hermitage, sembrano aver ben chiaro come agevolare la vita non solo agli internauti ma a chiunque si serva delle nuove tecnologie per dare un servizio immersivo ai potenziali clienti. Così, mentre contemporaneamente al Monte Carlo Beach era in corso la sfilata ‘Croisiere’ di Chanel, noi maneggiavamo un QR code che ci ha permessi di apprezzare, via un ologramma, un abito scintillante firmato da Dior materializzato via l’app di Snapchat creata da una nota azienda parigina che collabora con gruppi come LVHM, tanto per dire. Vedere, sorprendere ma non toccare fisicamente, insomma, sembra sia il mantra per quanto l’esperienza del virtuale possa permettere di costruire scenari diversi d’interazione. Lo ha fatto, per esempio, la giovanissima Manila di Giovanni che, invitata ad illustrare l’utilizzo del metaverso per ricostruire, grazie alla realtà aumentata, il Principato di Monaco, ha percorso davanti agli occhi di tutti, attraverso l’uso di joystick e dei visori, le strade monegasche proiettate su un mega schermo, novità presentata anche nel Padiglione monegasco presente all’expo di Dubai: “Possiamo creare negozi virtuali con cui l’utente può interagire, ma anche ridisegnare musei o creare un avatar in grado di passeggiare negli yacht o negli appartamenti messi in vendita dalle agenzie immobiliari. Inoltre – aggiunge Manila – stiamo creando digitalmente il rendering del quartiere Mareterra e prossimamente faremo anche un lavoro importante con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco” aggiunge con entusiasmo la nostra imprenditrice residente nel Principato e grande appassionata di Anime. Immaginare il futuro utilizzando eventi immersivi, abiti interattivi, non sembra sia così lontano dalla realtà tanto che l’entusiasta Steven Saltzman già si sta preoccupando di come, nel mondo cinematografico, queste tecnologie possano essere applicate con successo: “Bisogna avere una strategia a medio e lungo termine, immaginare nuovi modelli di business dove il biologico ed il tecnologico si fondano in una sola cosa“. Decidere di debuttare, dopo un roadshow che ha toccato varie capitali nel mondo, nel Principato di Monaco ha un senso, sempre secondo Saltzman: “In questo paese le novità sono sempre le benvenute: riuscire a far confrontare visionari e aziende tecnologicamente avanzate significa creare un valore aggiunto ed adeguarsi a quello che è la tendenza del mercato“. L’unico nostra perplessità è che questa rivoluzione silenziosa, se non supportata da una adeguata la linea telefonica ed un’altrettanto potente connessione web, rischia di far svanire la magia di questi strumenti di fronte a secondi interminabili dove l’utente di ritrova tutto solo di fronte al visore, smartphone o computer in attesa della linea internet. L’evidenza, a questo punto, è una sola: quando anche le infrastrutture saranno in grado di supportare questa rivoluzione silenziosa – ma non ecologicamente poco impattante, per sfortuna – solo allora potremmo dire di essere pronti a sbarcare in un mondo immersivo in cui tutto, ma non proprio tutto, sarà possibile, sempre che i boomer ne comprendano fin da ora i meccanismi ed il loro sviluppo…

QE-MAGAZINE #4 2022

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