Commemorazione dei defunti a Monaco, ricordando l’attentato di Nizza
Nel giorno dei morti, -che la Chiesa Cattolica commemora il 2 novembre – è stata celebrata una Messa nella Cattedrale di Monaco, alla presenza di S.A.S. il Principe Alberto II, S.E. Pierre Dartout, Patrice Cellario, Mons. Dominique-Marie David e Mons. Bernard Barsi, riuniti nella preghiera per rendere omaggio alle tre vittime dell’attentato avvenuto a Nizza, la settimana scorsa., nella Basilica di Notre-Dame.
Non è stata una Messa come quelle che si celebrano ogni anno il 2 novembre a Monaco, di questi tempi. Benché fossero pochi i presenti, in ottemperanza alle normative sanitarie necessarie per ridurre la diffusione del Coronavirus, non ha mancato di presenziare SAS il Principe Alberto II di Monaco – assente la Principessa Charlène – e buona parte dei rappresentanti del Governo monegasco, qui riuniti anche per ricordare le tre vittime dell’attentato avvenuto a Nizza il 29 ottobre scorso. L’omelia dell’Arcivescovo David, notificata con un comunicato della Diocesi di Monaco è stata particolarmente intensa. Per questa ragione vi riportiamo alcuni passaggi. “(…)E così oggi, senza perdere di vista il grande mistero di Cristo morto e risorto per la nostra salvezza, intercediamo per tutti i nostri fratelli e sorelle defunti. Vorrei tornare alla prima lettura. Come avrete notato, questo testo inizia con una lista di domande: “Chi sarà contro di noi? Chi accuserà? Chi potrà condannare?. La Bibbia è piena di domande, perché il cuore dell’uomo non ha mai smesso d’interrogarsi. E negli ultimi giorni le domande si sono moltiplicate: perché questi orribili crimini a pochi chilometri da noi, perché una tale esplosione di violenza? perché una tale perversione della fede in Dio? Perché Simone, Nadine e Vincent sono entrati nella troppo lunga lista delle vittime di un terrorismo cieco e demoniaco? Eppure le domande dell’Apostolo non risuonano nel vuoto: egli ci ricorda che non siamo condannati a vagare nel buio del male e della paura. Non siamo senza luce.
Ieri sera, entrando nella Basilica di Nostra Signora di Nizza per la cerimonia, eravamo vestiti con paramenti liturgici viola e la processione si è svolta nel buio, in silenzio. È stato un momento di lutto, di penitenza e di riparazione di fronte all’orrore che ha segnato questo luogo, destinato ad essere un segno di accoglienza, di pace, di amore e di riconciliazione. Ma dopo questa prima volta siamo entrati nella liturgia di Ognissanti e tutti i vescovi e i sacerdoti presenti hanno scambiato i loro ornamenti viola con paramenti bianchi e abbiamo cantato il Gloria nel momento in cui tutte le luci della Basilica erano accese, testimoni della Speranza oltre la tristezza, dell’amore oltre l’odio, della vita oltre la morte. La certezza dell’apostolo è che nessuna prova, interna o esterna all’uomo, può separarlo dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore. “Chi può separarci dall’amore di Cristo? Angoscia? angoscia? persecuzione? fame? fame? fame? pericolo? tormento? E noi potremmo completare la litania con tutto ciò che in questi giorni déefie la nostra ragione, affligge il nostro cuore e mette alla prova la nostra fede. E questo è il paradosso della fede cristiana: In tutto questo, noi siamo i grandi vincitori, grazie a colui che ci ha amato. Ne sono sicuro”.
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