Al Nuovo Museo Nazionale di Monaco brillano…le ceramiche

Il Nuovo Museo Nazionale di Monaco presenta, dal 18 settembre al 31 gennaio 2021, a Villa Sauber, la nuova mostra dal titolo “Artifici instabili – Storie di ceramica”, ideata dal curatore Cristiano Raimondi con la collaborazione dello svizzero Adrien Rovero per le tavole su cui saranno presentate alcune delle opere e del cipriota Michael Anastassiades per le sue String Lights prodotte da Flos

Nell’immagine le ceramiche artistiche di Monaco, stile Fischer (1871-1889): foto, copyright Direzione della Comunicazione/Stéphane Danna

Per la prima volta a Monaco, in un solo luogo, allo spettatore si propone uno spettacolare tour tra invenzioni e sperimentazioni artistiche nate attraverso i vari processi di lavorazione della ceramica che, nella sua diversità non solo delle forme e dei decori, ne svela la dutilità ed un fascino insolito quando è manipolato da artigiani ed artisti. Attraverso una scenografia immaginata e realizzata a metà strada tra un laboratorio e un gabinetto delle curiosità, si parte dalle prime produzioni della fabbrica Poterie artistique de Monaco (1871-1918). Siamo nel 1874, e dalla fabbrica monegasca emergono decorazioni floreali e animali molto colorati, così come prodotti locali di punta come i limoni e l’uva spesso rappresentati in una paglia intrecciata smaltata.

Nello stesso tempo, nello stato americano del Mississippi, George Ohr, “il ceramista pazzo de Biloxi” che, per quasi trent’anni, ha prodotto pezzi “magici”, destrutturati “vasi astratti in smalto”, sperimentando una moltitudine di forme e processi di fabbricazione e assemblaggio. Oggi è riconosciuto come un pioniere dell’arte moderna americana. Il secondo periodo della Poterie de Monaco (1907-1914), invece, è rappresentato dalle surreali opere “ante litteram” del ceramista francese Eugène Baudin che si stabilì nella regione nel 1906. Sempre in contatto con il Principato, il monegasco Albert Diato è un artista multidisciplinare. Ha scoperto la lavorazione dell’argilla nel laboratorio di Madoura a Vallauris e ha contribuito alla rivoluzione estetica della ceramica negli anni ’50. La presentazione degli assemblaggi ceramici dello spagnolo Pablo Picasso realizzati negli stessi laboratori aprirà nuove prospettive nel campo della creazione occidentale contemporanea, offrendo altre storie di artifici instabili. L’italiana Chiara Camoni e il siro-libanese Simone Fattal danno vita a creature mitologiche e archetipiche. La venezuelana Magdalena Suarez Frimkess è riuscita a rinnovare la ceramica americana dandogli una funzione di rivendicazione socio-politico. L’americano Ron Nagle, allievo di Peter Voulkos, sfugge alle convenzioni del suo tempo con le sue opere ispirate ai paesaggi e ai dettagli architettonici della città di San Francisco, alla cultura giapponese (ikebana e cerimonia del tè) e all’opera di Giorgio Morandi. Il termine “sperimentazione” assume qui tutto il suo significato con il giovane artista Brian Rochefort. Sotto l’apparente disordine magmatico delle sue opere si cela una vera e propria impresa tecnica dove l’artista, un ibrido di smalto e argilla, rompe e ricompone meticolosamente eruzioni di texture. Della stessa generazione, l’artista britannico Aaron Angell propone sotto forma di assemblaggi “modelli” che lui stesso definisce psichedelici, proseguendo continuamente la sua ricerca sul gres e gli smalti che lui stesso crea. Infine, Johan Creten è un osservatore sovversivo che ritrascrive nell’argilla l’arte della metamorfosi. Il potere totemico delle sue opere è rafforzato dai loro titoli, spesso molto evocativi. In tutto la mostra raccoglie una selezione di oltre 120 opere di artisti internazionali: Aaron Angell, Eugène Baudin, Chiara Camoni, Johan Creten, Albert Diato, Simone Fattal, Ron Nagle, George Ohr, Pablo Picasso, Brian Rochefort, Magdalena Suarez Frimkess.

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