A Monaco l’atteso omaggio a Carosone
Giovedì 16 marzo, su invito e organizzazione dell’associazione Dante Alighieri di Monaco, Lorenzo Hengeller (al piano) e Gianfranco Campagnoli (alla tromba) rendono omaggio al pianista e cantautore Renato Carosone, con uno spettacolo l’indimenticabile.
Non si sono ancora spenti tanto il ricordo quanto le emozioni che Gioele Dix e Valentina Cardinali, protagonisti dello spettacolo organizzato al ‘des Variétés’ di Monaco, lo scorso 1 marzo, hanno generato negli animi degli spettatori che hanno potuto apprezzare, dal vivo, per circa un’ora e 45 minuti, l’interpretazione e l’adattamento di alcuni racconti scritti dallo scrittore Dino Buzzati e già è la volta di un’altra iniziativa. Questa volta, dedicata a Renato Carosone, la serata proposta dall’Associazione Dante Alighieri di Monaco, è un’omaggio in musica. In programma giovedì 16 marzo alle ore 20 al THÉÂTRE DES VARIÉTÉS, con il titolo “Omaggio a Carosone” sono Lorenzo Hengeller al piano e Gianfranco Campagnoli alla tromba che celebrano il pianista e cantautore Carosone, l’indimenticabile giocoliere di parlato e tastiera, noto come l’innovatore della canzone classica italiana degli anni 50. Tra l’altro Hengeller, secondo quanto riferiscono alcuni critici musicali, è considerato il vero erede di Carosone per la sua capacità di giocare con destrezza tra le note, dando ad ogni spettacolo anche un tocco d’ironia, la teatralità e una moltitudine di citazioni in cui il jazz si mescola allo swing. Musicista napoletano, è un nostalgico per natura: da Kramer piuttosto che al Quartetto Cetra, a Luttazzi, i suoi concerti sono anche occasione per fare un tuffo nel passato, con arrangiamenti jazz di cui Hengeller è maestro. «Mi stupisco sempre di fronte per esempio alla sapienza della leggerezza delle note di Gorni Kramer e dei suoi baffi sorridenti. Mi stupisce ancora la grandezza di Renato Carosone Mi stupisce ancora sentire le canzoni jazz di Lelio Luttazzi e del quartetto Cetra piene di swing e mi stupisce oggi sentire dischi di jazz senza nemmeno un po’ di swing! Da tutti ho imparato che il solo modo più attuale di fare jazz è quello di usarlo. Tutto ciò che suono è il risultato di questo stupore, non di impressioni momentanee sorte dal nulla ». Per info: www.dantemonaco.com
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