Twiga Monte Carlo: le sorprese non finiscono mai

Prendi un paio di amici, una sera della settimana. Mercoledì, per esempio. E portali a cena al Twiga Monte Carlo. Dal cocktail al digestivo, è tutta una sequenza di sorprese…

Iniziamo con l’accoglienza. Dal valletto che ci parcheggia l’auto all’entrata, è tutto un ‘benvenuti’ o ‘che piacere ricevervi’. Il che non è poco di questi tempi. Giunti al piano, continuiamo ad essere coccolati fino a tavolo, dove ci attendono due bravi ragazzi, Giuseppe e Matteo, preparati e decisamente ‘sul pezzo’. Con solerzia e gentilezza, ma sempre prodighi di attenzioni, ci consigliano fin dal primo momento che cosa scegliere da un menù ricco di piatti, a volte esotici ma mai banali. Alcuni, addirittura, preparati sotto i nostri occhi, come il guacamole, ad esempio. Ottimo. Intuitivamente abbiamo deciso di affidarci a loro, sicuramente ne sanno più di noi novizi del posto. Un’altra cosa che ci colpisce è la cura del particolare, quasi maniacale, ma perfetta sia nei tempi che nelle porzioni. Dai crudi, ostriche sushi prelibato alla carne, i primi, gli ingredienti, insomma, tutto è misurato, perfetto, ottimo e abbondante. Nessuno di noi, siamo onesti, avremmo mai immaginato che la varietà ed i colori si sposassero così bene con ogni pietanza. E’ tutto un tripudio di ciotole roteanti, fiori edibili, salse gustose e ricercate. L’atmosfera, discreta, è stata allietata dalla voce suadente di un cantante che- forse perché ci ha sentiti parlare in italiano – non ha esitato ad esibirsi con le canzoni più note delle hit nostrane di noi boomer. Avvolti dalle note dei classiconi, con gli interpreti più noti come Toto Cotugno, i Ricchi e Poveri, ma anche gli Abba e Nada, ci siamo sentiti proiettati in un’altra dimensione, complici i ricordi di noi, quando sulla pista ballavamo le hit degli anni ’80. E qui, la serata, da cena formale, si è trasformata con sorpresa in un momento conviviale, dove anche gli altri commensali si sono lanciati leggendo le parole che scorrevano sul grande schermo. Ebbene sì, era previsto un Karaoke condotto con eleganza, con il microfono che passava a chi si lanciava in interpretazioni audaci, tra una portata e l’altra, o mentre si ballava sul posto, seguendo il ritmo della musica, mai troppo forte. L’esperienza, conclusasi con il classico digestivo – per noi il mirto è di rigore – ci è piaciuta tanto, anche perché ad appagarsi non sono state solo le nostre papille gustative ma anche gli occhi, poiché qui, tra decori e impiattamenti, nulla è stato lasciato al caso, tanto da giustificare anche il conto che, rispetto a quanto abbiamo mangiato, è più che corretto. Insomma, al Twiga di Monaco non andarci sarebbe un vero peccato!

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