Scintille, la glam intervista a Maria Grazia Cucinotta

Maria Grazia Cucinotta è Adele ne “Gli anni belli”, una commedia generazionale ambientata negli anni novanta in un mondo in rivoluzione. Tra ricordi e nuovi progetti, l’amata protagonista del Postino ci parla di sé in intervista della nostra Patrizia Ruscio, pubblicata sull’ultimo numero di QE MAGAZINE #3. Eccovene un estratto

Maria Grazia Cucinotta torna sul grande schermo con Gli anni belli, racconto di formazione, opera prima di Lorenzo d’Amico De Carvalho, nelle sale dei cinema italiani dal 7 febbraio. Protagonista insieme a Ninni Bruschetta e Romana Maggiora Vergano di una pellicola ambientata nell’estate del 1994, in un clima di grandi cambiamenti sociali e politici per l’Italia, Mariagrazia interpreta Adele, una bellissima donna che vive una profonda crisi personale e matrimoniale. Sotto le sembianze di donna tranquilla cela un temperamento forte e un desiderio di rivoluzione che rischiano di mandare all’aria il progetto di vita insieme al marito: “Adele è una donna che all’inizio sembra molto remissiva e accetta tutto. E’ quasi una vittima e nessuno la ascolta. In realtà le cose stanno diversamente perché lei c’è e risolve i problemi, ma nessuno sembra accorgersene”. Quali sono le sue passioni? Adele è una sognatrice, un’idealista innamorata della vita e della propria famiglia, ma la famiglia cambia, tutto cambia in quell’estate del ’94. Il tempo passa e Adele si ritrova a fare i conti con una figlia che cresce e un rapporto di coppia in crisi. La routine è il nemico numero uno che lei cerca di combattere in tutti i modi per salvare il suo rapporto. Lo fa come può, a volte ingenuamente, ma farebbe di tutto pur di non lasciarsi vivere. Un tema importante, considerando che l’età media si allunga sempre di più… Una cosa è vivere, un’altra cosa è invecchiare male. Capita a tutte le coppie di vivere momenti di noia ma quello che Adele dice tra le righe è: “Non lasciamoci vivere ma viviamo la nostra vita e facciamolo con coraggio perché alla fine scherzare, ridere e giocare è qualcosa che rende la vita piacevole”.
Avere una figlia della stessa età della protagonista del film ti ha aiutata nella preparazione del personaggio?
Devo dire che tante cose che dico a mia figlia me le sono ritrovate scritte sulla sceneggiatura. Anche il fatto di essere una mediatrice, perché i padri non è che abbiano tutta questa grande pazienza e tendono più a ordinare che a dialogare.
Però a differenza di Adele tu sei una donna che gira il mondo, che è spesso all’estero. Come sei riuscita e come riesci a conciliare la vita di madre, di moglie con quella di imprenditrice. Una donna che lavora è un’equilibrista, perché nessuno facilita la nostra condizione di madre. Ancora oggi si sentono storie pazzesche e parlo da privilegiata, da donna che ha sempre avuto aiuti ma c’è gente che non può permettersi aiuti e ha i parenti lontani e si barcamena tra asili nido e scuole. Poi magari il politico di turno ti dà il bonus ma è niente al confronto dello stress che le coppie si ritrovano a vivere….CONTINUA SU QE-MAGAZINE, cliccare qui per leggere tutto l’articolo

QE-MAGAZINE #3 MARZO 2022

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