Monaco Yacht Show: innovazioni e sostenibilità protagonisti sul porto Hercule

Il comune denominatore di quest’ultimo Monaco Yacht Show (MYS), giunto alla sua 33a edizione, è innovazione e sostenibilità, con qualche sorpresa…

Dal Xpagoda, il catamarano di ben 59 metri, tutto in alluminio, destinato ad un massimo di-30 passeggeri, disegnato dallo studio dell’architetto e designer navale Stefano Pastrovich con l’intento di razionalizzare l’impianto di propulsione, rendendolo più efficiente; al Riva 70 Metri, il Riva flagship superyacht più grande di sempre, venduto a inizio 2024 a un armatore già ad un appassionato e fidelizzato cliente’ come ha dichiarato l’Avv. Alberto Galassi, CEO di Ferretti Group, nel corso della serata Riva organizzata dalla Monaco Boat Service in collaborazione con gli elicotteri Agusta – strepitoso l’AW 09), c’è in mezzo il mare, anzi un abisso, anzi il Monaco Yacht Show!

Ma è proprio questa la particolarità del salone nautico monegasco, il MYS dove, per questa edizione 2024, si entra spendendo – se non invitati – quasi 600 euro per il ticket di un giorno. Nel corso dell’esposizione, durata in tutto 4 giornate, di cui una condizionata dal maltempo, è stato tutto un viavai di appuntamenti, incontri e scoperte. Sulle acque della baia del porto Hercole, lo show off di imbarcazioni, come ogni anno, creano già di per sé uno spettacolo straordinario, a cui assistere da protagonisti diventa un privilegio per happy few. Tra loro, infatti, non mancano clienti fidelizzati o quelli ancora non sono familiari con queste super imbarcazioni su cui potrebbe essere possibile viverci su tutto l’anno.

Vedere tutta la gamma dei Riva, gli Aquarama esposti dal modello Tritone lanciato dall’ingegnere Carlo Riva nel 1962 fino ai più recenti, dai legni splendenti e linee eleganti, è di per sé un’esperienza. Così come poter salire su giganti galleggianti come il superyacht di 122 metri, il Kismet di Lürssen, firmato Nuvolari Lenard e, per gli interni, da Reymond Langton. Anche Joy me, dell’armatore Philippe Zepter, è un tributo al lusso, per le sue stanze il cui arredamento è ispirato ad artisti contemporanei. Sotto le tensostrutture, invece, come ogni anni si è passati dagli stand più tecnici ai prototipi di ancore, motori lucenti alle plance più performanti. Qui, moltiplicato per 10 in termini di valore, rispetto a Saint Tropez o a Genova, è tutto un mostrare il meglio che esiste per i super yacht se si trova l’acquirente in grado di comprendere qualità e innovazione. E se molti degli espositori ci ritornano, a Monaco, significa che la domanda c’è. Da sottolineare anche il gran successo anche per la seconda edizione annuale di The Honours che ha celebrato tre persone premiate per il aver dato il loro contributo al mondo dei superyacht assegnando il Bowsprit a Frederic Jousset, filantropo dell’arte e creatore del primo museo nautico; Nick Entwisle, fondatore di Yachting Gives Back; e il famoso esploratore Mike Horn, leader del progetto Pangaea X. Organizzato da The Superyacht Life Foundation e dal Monaco Yacht Show, The Honours intende mettere in mostra gli straordinari risultati dei prescelti su quasi 300 candidati, considerati importanti per la loro leadership orientata ai cambiamenti positivi al settore e alla società in generale. Il bilancio di questa edizione del MYS non tarderà ad arrivare dagli organizzatori, ma di sicuro, da osservatori privilegiati, possiamo dire che nell’insieme la formula sembra aver trovato la sua nicchia anche presso una nuova clientela, più asiatica e redondante rispetto ai gusti occidentali, dove lo yacht è tra gli oggetti del must have non senza accessori come piscine esterne galleggianti, mezzi volanti esclusivi, sale cinema immersive e arredamenti bollywoodiani distanti dai nostri gusti, sicuramente più sobri. Contestualmente il trend che vorrebbe armatori capaci di imparare a navigare responsabilmente, con motori non inquinanti, senza rinunciare al lusso e alla sostenibilità, sembra sia un obiettivo non lontano, anche se non facile da raggiungere, nonostante tutto. Staremo a vedere…

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