Mirabile Dictu 2023: vince il film ispirato a Madre Teresa di Calcutta
La giuria internazionale di cui ho fatto parte, ha decretato i vincitori già alcuni mesi fa, ma è nel corso dell’evento organizzato 23 marzo, a Roma, che si svolge la cerimonia di premiazione che, all’unanimità, svela ufficialmente il titolo del film vincitore del premio Mirabile Dictu, giunto alla sua ottava edizione
Terminata l’emergenza Covid, ritorna in presenza a Roma, questo giovedì 23 marzo, la cerimonia di premiazione la del Film vincitore del Festival internazionale del Film Cattolico, ufficialmente celebrato a Palazzo Cardinal Cesi. A conquistare quest’anno il Pesce d’argento è la toccante pellicola “Mother Teresa & me”Kamal Musale (Svizzera), che narra le vicende parallele della Santa di Calcutta e di una giovane donna di oggi.
Il film – di prossima uscita in numerose sale americane, sudamericane e indiane – narra la vita di due donne appassionate e senza compromessi, due storie parallele che si intrecciano attraverso le generazioni tra entusiasmi e lati oscuri. Da una parte Madre Teresa, dall’altro Kavita, una giovane donna britannica di origine indiana, cui la perdita della fede ispira la scoperta della compassione nella Calcutta di oggi. La giovane si trova davanti ad un dilemma doloroso: la scelta che farà per risolverla deciderà della direzione che la sua vita prenderà. La storia di Madre Teresa, raccontata dalla zia, che aveva conosciuto la Santa, l’aiuterà a prendere la decisione giusta. Ed è così che Madre Teresa e Kavita e le loro esperienze, all’inizio lontane, con il tempo si avvicinano fino a confondersi. LA narrazione ed il ritmo del film è dolce ma senza sbavature. Si intravvedono due donne dai destini diversi che, attraverso la Fede, si ritrovano in una comune vocazione nonostante i loro profondi dubbi. Il Festival internazionale del Film Cattolico, per la cronaca, è Il film – di prossima uscita in numerose sale americane, sudamericane e indiane – narra la vita di due donne appassionate e senza compromessi, due storie parallele che si intrecciano attraverso le generazioni tra entusiasmi e lati oscuri. Da una parte Madre Teresa, dall’altro Kavita, una giovane donna britannica di origine indiana, cui la perdita della fede ispira la scoperta della compassione nella Calcutta di oggi. La giovane si trova davanti ad un dilemma doloroso: la scelta che farà per risolverla deciderà della direzione che la sua vita prenderà. La storia di Madre Teresa, raccontata dalla zia, che aveva conosciuto la Santa, l’aiuterà a prendere la decisione giusta. Ed è così che Madre Teresa e Kavita e le loro esperienze, all’inizio lontane, con il tempo si avvicinano fino a confondersi. La narrazione ed il ritmo del film è dolce ma senza sbavature. Si intravvedono due donne dai destini diversi che, attraverso la Fede, si ritrovano in una comune vocazione nonostante i loro profondi dubbi. Il Festival internazionale del Film Cattolico, per la cronaca, è nato sotto l’Alto Patronato del Pontificio Consiglio per la Cultura, ed è stato ideato nel 2010 dalla regista e produttrice Liana Marabini, da anni residente nel Principato di Monaco la cui religione di Stato è quella Cattolica Romana, n.d.r.) con l’obbiettivo di dare spazio ai produttori e ai registi di film, documentari, docu-fiction, serie tv, cortometraggi e programmi che promuovono valori morali universali e modelli positivi. Quest’anno le opere finaliste, selezionate tra oltre 2800 titoli, provenivano da sette Paesi diversi: Irlanda, Italia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Turchia.
Le altre opere premiate sono state: miglior regista Marco Pollini, con il film “La Grande Guerra del Salento” (Italia); miglior cortometraggio “The day my father died” di Emre Sefer (Turchia); miglior documentario “Li chiamano caminantes (L’esodo dimenticato)” di Oreste Bocco (Italia), che racconta cosa sta accadendo in Venezuela da quando, in questi ultimi anni, sta attraversando una gravissima crisi economica e politica. Dal 2015, infatti, più di sei milioni di venezuelani (dati UNHCR) hanno lasciato il Paese per sfuggire alla fame, alla miseria e alla repressione politica. La maggior parte emigra per trovare nuove opportunità, mentre c’è chi, clandestinamente, prova a fuggire attraversando il confine con la Colombia. Sempre a piedi. I risvolti di questa emigrazione forzata, violenta, e poco conosciuta, merita davvero riflessioni su più aspetti, non solo umanitari, ma anche sociali ed economici. Infine, il premio speciale della Capax Dei Foundation è stato destinato alla ITI Catholic University di Vienna e al suo Gran Cancelliere il cardinale Christoph Schönborn.
Ai vincitori decretati dalla Giuria internazionale – presieduta dalla principessa e attrice Maria Pia Ruspoli (Italia), e composta dal distributore e produttore Norbert Blecha (Austria), dai giornalisti Maria Bologna (Principato di Monaco), Luca Caruso (Vaticano), Wlodzimierz Redzioch (Polonia), e dall’attore Rupert Wynne-James (Regno Unito) – è stato assegnato il Pesce d’Argento, ispirato al primo simbolo cristiano.
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