Legge sui licenziamenti a Monaco: la FEDEM non ci sta e ricorre in Tribunale!

E’ stata approvata dal Governo di Monaco, in piena emergenza Covid19, la legge n. 1488 che, per tutelare i lavoratori, ha vietato il licenziamento e l’obbligo di telelavoro. Ma la FEDEM, presieduta da Philippe Ortelli non ci sta e, lo scorso 18 maggio, ha presentato alla Corte Suprema una richiesta per annullarla, in base all’articolo 90.A.2 della Costituzione del Principato. L’intento è quello di convincere i magistrati monegaschi al fatto che questa normativa violi la libertà di lavoro, il diritto di proprietà, il principio di certezza del diritto, nonché il diritto alla protezione sociale. “Sebbene comprendiamo appieno che alla luce dell’attuale contesto della pandemia, lo Stato monegasco abbia dovuto adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza della popolazione, e in particolare dei dipendenti che lavorano a Monaco – si legge nella nota – non ci è sembrato accettabile che alcune misure proibiscano licenziamenti ingiusti, rendendo obbligatorio il telelavoro nelle posizioni in cui era possibile e portando altre misure per affrontare l’epidemia di COVID-19.”

“Questo testo – si sottolinea – limita in modo eccessivo e radicale le possibilità di licenziamento a soli cinque casi (colpa grave, licenziamento economico avviato prima della crisi COVID-19, morte del datore di lavoro, la scomparsa della causa del contratto di lavoro e l’impossibilità di riclassificare i dipendenti inadatti). Con questa misura riteniamo che il legislatore abbia attaccato in modo sproporzionato la libertà di lavoro garantita dalla nostra Costituzione, nonché la facoltà di violare il contratto di lavoro, componente di questa libertà, giustamente attuato dal legislatore monegasco in Legge n. 729 del 16 marzo 1963 sul contratto di lavoro e legge n. 845 del 27 giugno 1968 relativa alle prestazioni di licenziamento e licenziamento dei dipendenti”. Secondo il portavoce della FEDEM, “queste disposizioni non contribuiscono al mantenimento della salute o alla lotta contro diffusione della malattia e minare la buona gestione delle aziende, già duramente colpita durante questa crisi. Infatti, l’obbligo di organizzare il lavoro, sotto forma di telelavoro o lavoro a distanza, introduce anche restrizioni eccessive alle normali condizioni di esecuzione dei contratti di lavoro in quanto sono vaghe e restrittive per le aziende.Il testo prevede gravi sanzioni penali in caso in cui i datori di lavoro ignorino tali misure, cosa che sembra sproporzionato rispetto alla colpa possibile, inammissibile e discutibile.”

QE MAGAZINE 2020 #19

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