Giovanni Paolo Risso: “Monaco è la mia casa”

E’ di Genova ma nel Principato è di casa, letteralmente. Giovanni Paolo Risso, dal 2019, oltre alle sue numerose attività, è un imprenditore, sportivo e un ottimista di natura. Nel 2019 è stato eletto anche Presidente dell’Associazione degli Imprenditori Italiani a Monaco, titolo che ha accettato con responsabilità: “Nel gennaio 1975 ho iniziato a lavorare nel reparto dry-cargo dell’azienda chartering di famiglia, fondata da Luigi, mio padre, da suo fratello Mario e da mio zio acquisito, Giacomo Cambiaso. Ma per crescere professionalmente ho scelto di trascorrere qualche anno all’estero, a Londra precisamente, dove ho completato la mia formazione lavorando in vari settori legati sempre allo shipping. Poi la decisione di aprire la mia agenzia marittima a Genova e poi anche nel Principato di Monaco,dove ho scelto di vivere fin dagli inizi del 2000“. Attualmente Risso è direttore della Cambiaso e Risso international oltre che titolare della Lighthouse Investments Monaco, società che si occupa di consulenza sia nel settore immobiliare che nell’ambito finanziario a livello globale. Ma, ci siamo chiesti, con quale spirito un italiano, membro del Conseil Économique, Social et Environnemental e Vice Presidente della Chambre Monégasque du Shipping, ha vissuto questa pandemia senza precedenti? “Beh, è facile rispondere, molto bene! E se mi chiede il perché le rispondo che, a mio modo di vedere, il Governo monegasco si è mosso in maniera tempestiva per consentire ai residenti una buona qualità di vita, nonostante tutto”. In che senso? “Guardi, ho trovato straordinaria la collaborazione che si è instaurata tra l’esecutivo ed il Consiglio Nazionale di Monaco orchestrata dall’illuminata regia del Principe Alberto II. Quale efficienza!”

Il confinamento forzato, in qualche modo, ha permesso all’uomo prima e all’imprenditore dopo, di vedere la propria vita e carriera sotto un’altra luce? “Certamente…Dal punto di vista personale ho imparato ad apprezzare molto di più i valori più semplici e genuini, su tutti gli affetti e la famiglia; mentre, per quello che riguarda il lavoro, non nascondo di essere molto preoccupato per il futuro”. Che cosa le è mancato di più in questo periodo, che magari dava per scontato? “Sicuramente miei figli, mia nuora ed il mio nipotino che vivono tutti a Genova. Ma anche i figli della mia compagna. Diciamo gli affetti più cari in genere perché, per la loro e la mia salute, ho rispettato le regole di distanziamento sociale imposte dai nostri Governi nazionali.” Recentemente il Principato di Monaco ha approvato la legge 1014 che vieta il licenziamento e promuove il telelavoro, ove possibile. Nella sua società ha applicato questo decreto ministeriale e, più in generale, dove intravede i punti forti e deboli alla sua applicazione? “Abbiamo applicato ampiamente Il telelavoro, è molto utile ma, al contempo, mi sembra impigrisca un po’ impedendo quello scambio costante di idee che è alla base del successo di un impresa“. Da buon genovese immagino si sia emozionato nel vedere il nuove ponte della sua città, inaugurato da poco, illuminato con i colori della nostra bandiera nazionale. Se dovesse raccontare ai suoi colleghi monegaschi e francesi il suo orgoglio di essere italiano, che cosa direbbe? “Amo Monaco visceralmente proprio perché sono genovese. Il nuovo ponte (non dimentichiamo le 43 vittime e mi vengono i brividi mentre ci penso) rappresenta la rinascita di una grande città e conferma la tenacia del popolo ligure e dei suoi attuali governanti. Pensate che il 7 Maggio avevo organizzato un evento a Monaco con Il Sindaco di Genova, Marco Bucci, proprio perché volevo ci raccontasse dal vivo questa grande impresa. Ma nulla è perduto. Infatti l’appuntamento è solo posticipato a tempi migliori”. Il Principato di Monaco, fino a settembre, non ospiterà i maggiori eventi culturali. Nel contempo non solo il turismo ma anche del comparto incentive e dell’intrattenimento deve ripensare ad altre formule per poter fronteggiare il futuro. Come sta affrontando questi cambiamenti la sua azienda, per esempio? “Operando nell’ambito dell’intrattenimento a terra dei turisti che viaggiano a bordo delle grandi navi da crociere, purtroppo sì, abbiamo subito un forte danno. Fortunatamente la società è ben amministrata, cosa che ci permette di reggere il colpo. Ma dobbiamo ringraziare anche agli interventi concreti elargiti dal governo monegasca e la sensibilità straordinaria dimostrata dai proprietari dei nostri uffici. Diciamo che, in generale, la solidarietà dimostrataci in questi momenti ha aiutato molto tutti noi, non solo economicamente.” Per concludere, molti lettori ci chiedono se il Principato di Monaco potrà rimanere ancora un luogo dove trasferirsi per cercare nuove opportunità. Lei cosa ne pensa e che consigli si sente di dare ai connazionali che qui già vivono e lavorano da anni? “Per tutte le ragioni espresse prima non posso fare altro che dire che sì, venire a vivere e lavorare a Monaco è sempre un occasione da non perdere. Per me poi, questa è la casa e dal profondo del cuore sento che la città è nelle mie corde, ha conquistato il mio cuore e non la cambierei per nessuna ragione al mondo!”

QE MAGAZINE 2020 #18

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