Una metropolitana tra Ventimiglia e l’aeroporto di Nizza: un progetto faraonico che guarda al futuro della mobilità nel Principato
Philippe Ortelli, presidente della Fedem (Federazione degli imprenditori del Principato di Monaco), come già anticipato nell’ editoriale dell’ house organ Monaco Business news, guarda al futuro della mobilità nel Principato illustrando oggi alla stampa le opportunità che una metropolitana sotterranea potrebbero avere sulla mobilità e l’ attrattività monegasca



Una metropolitana transfrontaliera è il progetto che potrebbe cambiare la mobilità tra Italia, Monaco e Francia, attraverso un’arteria sotterranea in grado di collegare Ventimiglia all’aeroporto di Nizza, passando per Carnolès, cinque fermate nel cuore del Principato e ulteriori stazioni verso la Francia. È questa la visione illustrata da Philippe Ortelli, presidente della FEDEM, che negli ultimi giorni ha rilanciato con forza la necessità di una metropolitana transfrontaliera, alternativa credibile all’attuale sistema ferroviario e viario sempre più saturo. I dati sono eloquenti: circa 50.000 lavoratori varcano quotidianamente i confini per raggiungere Monaco. Un flusso imponente che, tra auto, moto e mezzi pubblici, genera ingorghi, inquinamento e tempi di percorrenza insostenibili. «Ne va dell’attrattività di Monaco e della salvaguardia del suo modello sociale» ha dichiarato Ortelli, sottolineando come il Principato rischi di compromettere la propria capacità di attrarre talenti e imprese se non si trovano soluzioni concrete al problema dei trasporti. Senza contare che il costo degli alloggi in prossimità del Principato lievitano ogni anno, cosa che allontana geograficamente i lavoratori che non possono e vogliono sostenere costi supplementari se non sono a carico di chi li assume. Il dossier documentato e uno studio di fattibilità, ha detto Ortelli, sono già stati presentati al Governo monegasco che non ha ancora preso posizione, segnale che forse il progetto non figura al momento tra le priorità. Diverso, invece, l’atteggiamento del Consiglio nazionale di Monaco: il suo presidente, Thomas Brezzo, ha espresso parere favorevole, riconoscendo il valore strategico di un’infrastruttura che garantirebbe fluidità e sostenibilità agli spostamenti. Il progetto, ha sottolineato Ortelli, sarebbe candidabile ai finanziamenti dell’Unione Europea, anche alla luce dei colloqui già avviati e riconfermati recentemente con il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che vede nell’iniziativa un tassello importante della cooperazione transfrontaliera sostenuta da Bruxelles. Se approvata, la metropolitana potrebbe diventare operativa entro dieci anni, a condizione che le decisioni politiche arrivino in tempi rapidi. La parola spetta ora anche al sindaco di Ventimiglia, città che costituirebbe il punto di partenza di questa futura dorsale sotterranea. La sua posizione sarà determinante per rafforzare l’asse di collaborazione tra Italia, Monaco e Francia. In attesa di sviluppi, il dibattito resta acceso. L’ipotesi di una metropolitana che unisca tre Stati non è soltanto un sogno di ingegneria urbana, ma una possibile risposta a una delle sfide più urgenti del territorio: garantire mobilità efficiente, sostenibile e capace di sostenere il modello economico e sociale di Monaco. Una sfida che vorrebbe ripetere quella che oltre 140, vide protagonista il treno. Per la precisione era il 19 ottobre 1868, quando fu inaugurata la linea ferroviaria della Compagnie des Chemins de fer de Paris à Lyon et à la Méditerranée (PLM), che collegava Nizza a Genova. La costruzione della ferrovia rappresentò un passaggio cruciale per Monaco, che fino a quel momento era accessibile quasi esclusivamente via mare o lungo le tortuose strade costiere. L’arrivo del treno trasformò radicalmente il Principato: favorì il turismo internazionale, soprattutto dall’aristocrazia francese e inglese, e sostenne lo sviluppo economico legato al Casinò di Monte-Carlo e agli alberghi sorti a fine Ottocento…
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