Principato di Monaco: dopo la Cina, l’Albania

Centro di smistamento rifiuti Paprec

Nel Principato di Monaco, quasi ogni attività quotidiana diventa un evento, dal più piccolo appuntamento alle grande iniziative mondiali. Recentemente, per esempio, ai media monegaschi è stata offerta la possibilità di visitare il centro di trattamento selettivo dei rifiuti che non si trova a Monte-Carlo bensì a Cannes-la-Bocca. Ed è subito notizia. E sì, perché quello che credevamo raccolto e già smistato giornalmente dai mezzi della SMA, in realtà sono un blocco di rifiuti trasportati in questo impianto che seleziona e tratta per Monaco imballaggi domestici per una media di 350 tonnellate annui (contro i 38.000 tonnellate raccolte dall’intero dipartimento 06, n.d.r.). Si stima che i volumi monegaschi potrebbero presto raggiungere, ed è questo lo scoop, le 800 tonnellate, in quanto è prevista la semplificazione dello smistamento che ora, come accade per l’Italia, dipende dalla capacità e volontà del cittadino di utilizzare i rispettivi ed appositi contenitori della differenziata. Per questo l’amministrazione del Principato di Monaco, con i suoi 3400 tonnellate di cartoni, vetro ed imballaggi vari, ha deciso che l’utilizzo dei bidoni dedicati unicamente alla raccolta della carta non devono più esistere, mentre resteranno in uso quelli per il vetro (sono verdi, gestiti dal sistema Cliiink, dove ogni rifiuto è convertito in punti, n.d.r.) ed i gialli, destinati a tutti gli altri imballaggi domestici riciclabili. In questo modo il governo di Monaco consentirà agli utenti una più agevole oltre che migliore raccolta dei rifiuti e del loro riciclo.

SAS il Principe Alberto II ed il Primo Ministro SEM
Edi Rama (Foto: copyright Gaetan Luci /Palais Princier

E’ evidente, quindi, che l’affaire della nettezza urbana e della salvaguardia ambientale è sempre di più un business interessante, abbastanza per creare nuovi alleati al di fuori della frontiera più prossima. La visita a Monaco del Primo Ministro albanese, S.E. M. Edi Rama, conclusasi il 10 aprile dopo due giorni d’incontri al vertice, potrebbe rientrare tra questi. Infatti, e questa è la seconda notizia, da quanto ci è stato comunicato, la cooperazione tra il Principato di Monaco e la Repubblica di Albania è stata costruita principalmente su basi essenzialmente economiche e ambientale. E proprio su quest’ultimo punto sono stati avviati di recente diversi progetti comuni, in particolare a seguito all’adesione del governo albanese (convenuta nel 2016) all’ Associazione per il finanziamento MPA del Mediterraneo sostenibile (M2PA) e all’accordo tripartito – che è stato firmato nell’ottobre 2018 in presenza di S.A.S. il Principe Sovrano – tra M2PA, RAPA Vlora (delegazione locale dell’Agenzia nazionale per le aree protette) e l’ONG albanese Flag Pine. Per chi non lo sapesse, lo scopo di quest’ultima convenzione è quella di tutelare le aree marine protette albanesi di Karaburun-Sazan. Pertanto l’incontro monegasco, è servito per selezionare cinque progetti utili per combattere l’inquinamento plastico in Albania nell’ambito dell’iniziativa BeMed, attraverso il quale la Fondazione Principe Alberto II gioca un ruolo di prim’ordine nel bacino del Mediterraneo. Non sorprende scoprire poi che, sul piano di eventuali accordi economici, il Monaco Economic Board abbia organizzato degli incontri con i corrispettivi partner locali, con l’obiettivo dichiarato dell’Ambasciatore albanese in Francia, Dritan Tol, di sviluppare a breve un porto turistico di lusso sulla costa adriatica. Pertanto, ad ottobre, prepariamoci alla prossima visita presidenziale albanese di S.E. M. Ilir Meta. Ad accoglierlo, forse, una Monaco meno blindata rispetto a quanto è avvenuto lo scorso 24 marzo con il suo omologo cinese Xi Jinping.

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