Monaco: una serata dibattito dedicata a François-René de Chateaubriand

SOTTO L’ALTO PATRONATO DI S.A.R. LA PRINCIPESSA DI HANOVER, la Fédération des Groupements Français de Monaco organizza una serata letteraria dedicata alla figura di François-René de Chateaubriand, venerdì 30 settembre 2022 alle 18:00, Maison de France di Monaco

Da un’idea e con la presentazione del Prof. Franco Borruto, qui nelle vesti di Presidente del Monaco Baltic State e con la partecipazione di S.E. Laurent STEFANINI, Ambasciatore di Francia a Monaco e di Hervé LOUBOUTIN, Fondatore del Premio Combourg, la serata organizzata presso la sede della Maison de France di Monaco intende mettere in luce una figura chiave del Romanticismo francese, François-René de Chateaubriand, la sua carriera straordinaria contestualizzata in un periodo storico assai complesso. Nato il 4 settembre 1758 a Saint Malo, François-René de Chateaubriand è noto per essere stato uno scrittore, memorialista e politico francese, nonché più volte ambasciatore presso vari sovrani. Aveva tre anni quando il padre, che aveva successo negli affari, riuscì ad acquistare nel 1761 il castello di Combourg in Bretagna, dove la famiglia Chateaubriand si stabilì nel 1777. Lo stesso Chateaubriand cita a più riprese in Les Mémoires d’outre-tombe la sua ammissione all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, ma non fece mai la professione, non soggiornò mai a Malta e quindi non prese mai i voti. Non sarà mai Cavaliere di Malta dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, quindi non avrà mai la “speranza di benefici”. Questo episodio fu la campana a morto per la complessa personalità del nostro “Incantatore”, come lo chiamava la sorella Louise, che nutre per lui un affetto particolare che deve dividere con la moglie Céleste, una donna devota che Chateaubriand la sposò nel 1792, fedele a lui fino alla sua morte. Nel 1794, suo fratello, sua cognata (una nipote di Malesherbes, avvocato di Luigi XVI) e parte della loro famiglia furono ghigliottinati a Parigi. Nel 1798 morirono la madre e la sorella Julie. Colpito da queste prove, François-René emigrò e si dedicò nuovamente alla religione, tornando in Francia nel 1800, viene perdonato dal Primo Console grazie ai buoni uffici di Louise Bonaparte, e intraprese la stesura del Genie du Christianisme.Il rapporto con Napoleone I (che incontrò una sola volta) fu burrascoso e conflittuale. Nemmeno con i Borboni fu più fortunato (Luigi XVIII all’epoca del Restauro, definendolo “inutile e utile”). Tuttavia, nel 1821, fu nominato ministro francese a Berlino e poi ambasciatore a Londra. (dove il suo cuoco, Montmirail, inventò la cottura del pezzo di manzo che porta il suo nome). Nel 1822 rappresentò la Francia al Congresso di Verona. Il 28 dicembre dello stesso anno, fu nominato Ministro degli Affari Esteri da Luigi XVIII e rimase in questa posizione fino a quando
4 agosto 1824, prima di essere nominato ambasciatore a Roma nel 1828 e di ritirarsi definitivamente dall’attività pubblica. dalla vita pubblica attiva dopo la Rivoluzione del 1830, abbandonando persino la Camera dei Pari per dedicarsi per dedicarsi alle “Mémoires d’Outre-Tombe”.

Scopriremo, attraverso le parole di S.E. Laurent Stéfanini, Ambasciatore di Francia a Monaco, ex membro del Comitato direttivo della Société Chateaubriand, la carriera politica e le ragioni della fama di Chateaubriand, e nelle parole di Hervé Louboutin, scrittore e custode dell’opera Louboutin, scrittore e custode del tempio di Combourg in qualità di presidente fondatore dell’associazione la personalità molto complessa di questa figura essenziale del XIX secolo francese. “Per essere un uomo del proprio Paese, bisogna essere un uomo del proprio tempo”, scriveva Chateaubriand. Morì a Parigi il 4 luglio 1848, poco dopo gli eventi rivoluzionari di giugno, al 120 di rue du Bac. I suoi resti furono trasportati a Saint-Malo e deposti di fronte al mare, secondo i suoi desideri, sullo scoglio di Grand Bé, un isolotto nel porto della sua città natale, raggiungibile a piedi, ma che entrerà nel “pantheon degli scrittori della migliore letteratura francese”; lì nessuno potrà sloggiarlo (Charles de Gaulle, Macron, Fabius useranno le sue parole per evocare la grandezza della Francia) e in questo “pantheon letterario mondiale” rimarrà per sempre.

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