Monaco: la mobilità ‘dolce’ secondo Piergiorgio Giacovazzo

Conosce il Principato di Monaco per averci lavorato anni fa anche come ufficio stampa del pluricampione di motociclismo Max Biaggi, residente da anni a Monaco. Ma ​la cosa che lo ha impressionato di più sono state “le persone ‘normali’, i turisti che si fermavano al porto monegasco a guardare i super-yacht con il sogno della ricchezza negli occhi”. Poi, con riferimento a questi ultimi si chiede se pandemia Covid-19 sia servita a qualcosa perché lui, Piergiorgio Giacovazzo, non ha avuto bisogno di stimoli o di situazioni limite per capire che ‘la vita è un mozzico, come si dice a Roma’. Classe 1970​, il nostro è uno stimato giornalista professionista che dal 1997 lavora in Rai al Tg2. Oltre a condurre l’edizione delle 13h00 ed aver portato avanti diversi servizi d’inchiesta, è diventato per i telespettatori italiani un riferimento, il paladino Rubrica TG2 Motori, ​trasmissione nella quale, da vero appassionato delle due ruote​, ‘personalmente’ testa e prova su sentieri e strade anche non ordinarie modelli di biciclette e moto di ogni sorta, o quasi.

Piergiorgio Giacovazzo

E qui, la prima domanda: possiamo dire che hai fatto della tua passione un lavoro o viceversa?​ “Sì, il giornalismo è sicuramente una passione prima che un lavoro. Poi però per molti smette di esserlo e diventa routine, un po’ come in certi matrimoni. Per me non è così, amo questo mestiere e ringrazio Dio di poterlo fare in un’​ ​azienda come la Rai Radiotelevisione Italiana. Anche se non è stato facile entrarci​.​​” Dalle prime battute ci viene in mente Giovenale, quel poeta latino la cui memoria si è perennizzata nei secoli per una sua locuzione ‘Mens sana in corpore sano’ («mente sana in corpo sano»), il cui significato, nel tempo ha stigmatizzato l’esercizio fisico regolare come attività necessaria per mantenere in buona salute il nostro cervello. Ebbene, se questo stesso concetto viene esteso ad un certo abito mentale, sano, etico e rigoroso, ecco che una professione come quella del giornalista, associato allo sport, diventa un lavoro degno di questo nome.  Piergiorgio infatti, tra aneddoti vari, nonostante fosse in vacanza nella sua amata Puglia, ha continuato con noi la chiacchiera toccando argomenti diversi. Come, ad esempio, interrogarsi se l’approccio al giornalismo di qualità possa cambiare o è già cambiato a causa della pandemia: “Secondo me era e rimane sempre più raro. Con o senza Covid. Uno dei problemi principali è il ritmo frenetico di produzione imposto dai nuovi media. Una volta avevi tutta la giornata per seguire una notizia, controllare le fonti e mandarla in stampa. Oggi devi fare tutto anche in pochi minuti e l’errore è dietro l’angolo. Però a monte di tutto c’è sempre la sciatteria e la mancanza di amor proprio di chi firma cose che non leggerebbe. E che magari scrive male perché ha letto poco…” E della comunicazione digitale, cosa ne pensi? “È semplicemente il presente e il futuro” tagliando corto, anche perché l’argomento che a noi interessa di più è conoscere la sua filosofia di vita ed il ruolo che ha lo sport nella vita di tutti i giorni. “Eh, magari facesse parte della mia quotidianità, sarebbe una cosa fantastica” ci dice sospirando Giacovazzo. E poi aggiunge: “Però cerco di trovare il tempo per fare sport tutte le settimane. È una valvola di equilibrio psico fisico. Il nostro corpo non è fatto per rimanere parcheggiato. Mi fanno impazzire quelli che parlano di propositi di diete e attività sportive e poi li becco che prendono l’ascensore per fare un piano di scale”. Certo che sentire affermazione simili, in un Principato di Monaco tutto scale e salite, fa una certa impressione, soprattutto se dal Governo locale viene privilegiata in maniera sempre più concreta la cosiddetta mobilità ‘dolce’, come le due ruote elettriche di cui abbiamo parlato recentemente in un articolo (clicca qui per leggerlo). Che sia una necessità o semplicemente una moda? Lo abbiamo domandato, per concludere questa breve intervista, al nostro Piergiorgio: “Secondo me è un nuovo modo di interpretare la mobilità, più economico, più green è più salutare. Spero però che lo sport si faccia sempre con le bici ‘muscolari’, come si dice oggi, ma io direi più semplicemente ‘a gambe’…”  E come dargli torto?

QE MAGAZINE 2020 #25

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