Monaco accende i riflettori sul Mediterraneo: al via le Missioni per salvarlo
Il porto di Fontvieille, lo scorso il 24 settembre, è stato teatro di un momento storico per la tutela degli oceani. A bordo del catamarano solare-elettrico MODX 70, le Explorations de Monaco hanno dato il via ufficiale alle Missioni Mediterranee (2025–2030), una campagna di ricerca e cooperazione che unisce scienza, diplomazia e sensibilizzazione per proteggere il Mare Nostrum. Sul posto Koly Setten che ci spiega di cosa si tratta




Dopo la spedizione nell’Oceano Indiano del 2022, la nuova avventura delle Explorations de Monaco si concentra ora nel cuore del Mediterraneo, con una prima tappa in Grecia, nel Parco Nazionale Marino delle Sporadi, scrigno di biodiversità e rifugio della foca monaca mediterranea. L’iniziativa, fortemente voluta da S.A.S. il Principe Alberto II, si inserisce nella Décennie des Nations Unies pour les sciences océaniques (2021-2030) e sostiene l’impegno del “30×30”
stabilito alla COP15 sulla biodiversità: proteggere entro il 2030 il 30% delle aree marine e costiere del pianeta. «Le Explorations de Monaco hanno per ambizione di richiamare l’attenzione sull’urgenza e sull’importanza di uno sviluppo accelerato ed efficace delle aree marine protette in Mediterraneo» ha dichiarato Xavier Prache, direttore delle Explorations. A rafforzare il messaggio è stato Robert Calcagno, che ha ricordato come «la Méditerranée, pur rappresentando il 19% della superficie oceanica mondiale, ospiti una biodiversità straordinaria con 17.000 specie, ma sia anche uno degli ecosistemi più fragili e minacciati del pianeta». Un mare che si riscalda il 20% più velocemente della media globale, con il 58% degli stock ittici sovrasfruttati e coste sotto pressione a causa di un mezzo miliardo di persone che vi vivono.


Per affrontare queste sfide, il catamarano MODX 70-01, un laboratorio galleggiante a propulsione ibrida, accompagnerà gli scienziati in sette progetti di ricerca: dalla capacità delle praterie marine di assorbire gli inquinanti, all’analisi delle microplastiche nei sedimenti, fino alla formazione di subacquei e ricercatori locali nel riconoscimento delle specie invasive come il pesce-leone. Una spedizione che non è solo scientifica ma anche educativa e simbolica, perché dimostra che un modello di esplorazione più sobrio e responsabile è possibile.

La missione è salpata pochi giorni fa da Monaco per raggiungere Atene il 3 ottobre, dove sarà inaugurata una mostra dedicata alle aree marine protette, e continuerà con tappe a Volos e Syros per poi culminare ad Alonissos dal 7 all’11 ottobre, quando il Principe Alberto II incontrerà comunità locali e attori della conservazione. Il ritorno ad Atene, previsto per il 24 ottobre, segnerà la conclusione di questa prima tappa di un programma destinato a durare anni. Anche con le Missioni Mediterranee, Monaco riafferma così la sua vocazione di pioniere nella protezione degli oceani, lanciando un messaggio chiaro e potente: per salvare il mare serve unire conoscenza, cooperazione e impegno. Solo così questo gioiello fragile, ma vitale per l’intero pianeta, potrà essere consegnato integro alle generazioni future.
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