Mentone: apre le porte la terza edizione di BACS (Biennale d’Art Contemporain Sacré)

La Biennale d’Arte Contemporain Sacré (BACS), giunta alla sua terza edizione ed organizzata, come di consueto, nelle sale del Grand Hotel des Ambassadeurs, debutta oggi e rimane aperta al pubblico fino al 31 ottobre 2023.


Fondata dalla monegasca Liana Marabini, autrice, regista e mecenate, la Biennale (BACS) si vuole essere un punto di riferimento sia sul lato spirituale dell’arte che di riflessione per tutti. Tra le migliaia di opere presentate in ogni edizione, ne vengono scelte circa 200 esposte, come di consueto nelle sale del Grand Hotel des Ambassadeurs ( Palais des Ambassadeurs,) di Mentone che non è solo un albergo storico, ma anche un prezioso scrigno in cui le opere d’arte trovano la loro vetrina. Liana e Mauro Marabini, autentici mecenati d’altri tempi, hanno organizzato questo evento a titolo gratuito: gli artisti non hanno pagato nulla per partecipare né tanto mento per apparire nell’elegante Catalogo pubblicato a corredo dell’iniziativa. In caso di interessa delle opere da parte di un collezionista o acquirente, il loro impegno è di fare da collegamento tra le parti, permettendo agli artisti di negoziare il prezzo senza alcun obbligo di commissione. Quando non ha luogo la Biennale, i Marabini hanno creato un programma chiamato “Artists in Residence”, permettendo di soggiornare a tre artisti (vitto e alloggio offerto) di trascorrere due settimane in Costa Azzurra per conoscere una regione, visitare musei e creare le loro opere lontano dalle preoccupazioni quotidiane. I tre artisti vengono selezionati tra le numerose candidature che arrivano ogni anno. La presidente della Biennale, Liana Marabini, ritiene che gli eccessi dell’arte contemporanea vadano moderati e, a suo modo, cerca di “rendere giustizia” agli artisti che lavorano davvero, che hanno un messaggio da trasmettere e valori da proporre. “Tra la precedente edizione della nostra Biennale (nel 2021) e questa, il mondo dell’arte contemporanea ha subito una serie di sconvolgimenti. Non solo la deplorevole follia dei NFT (gettoni non fungibili), la grande ‘novità’ degli ultimi due anni, ha destabilizzato il mercato dell’arte, ma ha portato la mediocrità a livelli impensabili fino a poco tempo fa. Un esempio: nel marzo 2021, un’asta NFT ha assicurato la proprietà di un’opera di Mike Winkelmann – meglio conosciuto con lo pseudonimo di Beeple – per la cifra record di 69,3 milioni di dollari. Il colpo è stato orchestrato dalla rinomata casa d’aste Christie’s, che è riuscita a collocare questo ex ingegnere informatico del Wisconsin nel pantheon degli artisti viventi più quotati al mondo, condividendo le luci della ribalta con David Hockney e Jeff Koons. Solo pochi mesi prima di questa miracolosa asta, il vecchio maestro dell’arte digitale non aveva mai venduto una sola delle sue opere per più di 100 dollari”. A questo punto, sempre la Marabini, si interroga: “Di fronte ad anomalie così eclatanti, si può solo pensare che l’arte abbia le sue ragioni che la ragione non conosce. Per sua stessa natura, l’arte contemporanea è spesso fraintesa e incompresa, persino enigmatica. È spesso sconcertante e il più delle volte rimane ermetica. La proliferazione degli oggetti nella creazione artistica non ha migliorato la situazione. L’esperienza e le teorie estetiche sono minate da questi oggetti quotidiani, banali e insignificanti, chiamati “opere d’arte”. Accettare questi oggetti come “opere d’arte” tradisce l’idea di arte e sminuisce il lavoro del “vero” artista, quello che usa una forma tradizionale, come la pittura, la fotografia o la scultura, per esprimere un’idea o dare forma a un’emozione. A proposito: che emozione può creare una banana inchiodata al muro? O un blocco di cemento gettato al centro di una sala espositiva? O un accumulo di pezzi di ferro arrugginiti chiamato “installazione”? Abbiamo visto di tutto e di peggio. Si può chiamare arte? A mio parere, no. Questo attacco al più elementare buon gusto ha messo irrimediabilmente in discussione i criteri estetici. L’arte deve essere fonte di emozioni, e per questo dobbiamo incoraggiare gli artisti che creano, che danno vita e forma, attraverso le loro opere, alla bellezza e alla spiritualità”. Noi, della redazione di QE-MAGAZINE, visiteremo BACS nelle prossime ore e condivideremo con voi, lettori,le foto che riprendono le opere più emblematiche

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