“La Cucina Italiana patrimonio immateriale dell’Umanità”…e quindi?

Il 23 marzo 2023, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare, delle Foreste e il Ministero della
Cultura avevano lanciato la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. Una notizia che non è passata inosservata alla nostra wellness coach Roberta Ficacci Zampino che ha voluto approfondirne il contenuto…

Mentre durante la cena organizzata questo 4 dicembre dall’Accademia italiana della Cucina del Principato di Monaco si celebravano le delizie campane ‘nel piatto’, in presenza di SAS il Principe Alberto II di Monaco, all’UNESCO si tiravano le somme per scegliere chi, tra i candidati, potesse avere l’onore di essere riconosciuto Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La candidatura, ricordo bene, non riguardava un singolo piatto o una ricetta, ma un modello culturale condiviso, fatto di esperienze comunitarie, scelta consapevole delle materie prime, convivialità del pasto, trasmissione dei saperi alle nuove generazioni e rispetto delle stagioni e dei territori. Il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a New Delhi, in India, ha poi deliberato all’unanimità il 10 dicembre 2025, data storica per l’Italia e per il mondo della Gastronomia, l’ingresso della cucina italiana nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO è l’insieme di pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e abilità che le comunità riconoscono come parte del loro patrimonio culturale. Non si tratta di oggetti, ma di tradizioni vive che si trasmettono di generazione in generazione. La cucina italiana è la ‘cucina degli affetti’: trasmette memoria, cura, relazioni e identità, raccontando storie di famiglie e comunità attraverso il cibo. Riflette il legame tra paesaggi naturali e comunità, incarnando memoria, quotidianità e cultura dei territori. “La Cucina Italiana è quindi Patrimonio dell’Umanità.

L’Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale – così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha commentato il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità – Questo riconoscimento è motivo di orgoglio ma anche di consapevolezza dell’ulteriore valorizzazione di cui godranno i nostri prodotti, i nostri territori, le nostre filiere. Sarà anche uno strumento in più per contrastare chi cerca di approfittare del valore che tutto il mondo riconosce al Made in Italy e rappresenterà nuove opportunità per creare posti di lavoro, ricchezza sui territori e proseguire nel solco di questa tradizione che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’Umanità”. E’ stata così riconosciuta la forza della cultura italiana che è identità nazionale, orgoglio e visione .E’ il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione, ed è anche la festa delle famiglie che tramandano sapori antichi, degli agricoltori che custodiscono la terra, dei produttori che lavorano con passione, dei ristoratori che portano nel mondo il valore autentico dell’Italia. “La notizia del riconoscimento della cucina italiana come patrimonio mondiale immateriale dell’Unesco è estremamente positiva anche dal punto di vista medico. Si inserisce sulla scia del riconoscimento della dieta mediterranea già ottenuto e ribadisce come sia fondamentale l’alimentazione come componente dello stile di vita, cardine della prevenzione e della terapia per tante patologie”: cosi ha commentato il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, la tradizionale cucina italiana basata su alimenti della dieta mediterranea costituisce la base di una sana e corretta alimentazione. I classici procedimenti della cucina nostrana, fatta di semplicità, di prodotti ricchi di biodiversità e di componenti a chilometro zero, sono alla base di una dieta equilibrata. La presenza di vegetali, verdure, frutta, legumi, olio e fenoli del vino sono garanzia di una cucina italiana sana, di sapore e all’insegna della qualità. Obbiettivo quindi non solo dei medici ma di tutti gli operatori del campo sanitario deve essere la promozione del valore della tradizione culinaria italiana per realizzare un corretto stile di vita, prevenendo tante patologie dovute alla cattiva nutrizione. Ci permettiamo di aggiungere che anche nei programmi d’istruzione delle nostre giovani generazioni dovrebbe essere introdotto questo importante argomento per realizzare l’obbiettivo di una popolazione più sana.

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