Monaco partecipa alla 34ª Assemblea dell’Organizzazione Marittima Internazionale a Londra
Una delegazione monegasca composta da Isabelle Rosabrunetto, Direttore Generale del Dipartimento delle Relazioni Esteriori e della Cooperazione, e da Armelle Roudaut Lafon, Direttore degli Affari Marittimi, ha preso parte alla 34ª Assemblea dell’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI), svoltasi dal 24 novembre al 3 dicembre presso la sede londinese dell’agenzia delle Nazioni Unite
Durante la sessione, la Francia ha assunto la presidenza dell’OMI per il prossimo biennio. A ricoprire la carica è stata eletta S.E. Marine de Carne, già Ambasciatore di Francia a Monaco, con il sostegno della Principauté. Tra i temi centrali affrontati dai 174 Stati membri figurano la sicurezza in mare, minacciata dalla crescente presenza di flotte fantasma (“shadow fleet”), la pirateria e i rischi legati ai brouillages delle comunicazioni. Ampio spazio è stato dedicato anche alle sfide poste dalle nuove tecnologie, con particolare attenzione alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo, che hanno sollecitato un maggiore supporto da parte dell’OMI e degli Stati più avanzati. La questione della riduzione delle emissioni atmosferiche delle imbarcazioni è stata discussa, ma non si è giunti a decisioni definitive. Molti Paesi hanno infatti sottolineato la necessità di raggiungere un consenso, considerando i costi elevati dei carburanti “puliti”, che rischiano di ricadere sui consumatori finali. Un momento significativo per la delegazione monegasca è stata l’adesione alla coalizione internazionale “Quiet Ocean”, promossa da Canada e Colombia. L’iniziativa mira a ridurre l’inquinamento acustico provocato dalla navigazione, dannoso per i cetacei. L’impegno si inserisce nella linea di azione perseguita da Monaco da anni, attraverso gli Accordi ACCOBAMS e Pelagos, a tutela della biodiversità marina. La sessione ha infine visto il rinnovo del Consiglio esecutivo dell’OMI, composto da 40 membri suddivisi in tre collegi, in base al tonnellaggio delle flotte e a criteri di equa distribuzione geografica. Le elezioni si confermano sempre più competitive, con gli Stati europei chiamati a difendere la propria rappresentanza di fronte al crescente peso dei Paesi produttori di petrolio.
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