Loro 1 di Paolo Sorrentino

Quando sei a capo di una qualsiasi cosa c’è sempre chi ha un motivo per entrare nelle tue grazie a vario titolo.
La lotta per brandelli di potere, stralci di ricchezza, bocconi di corpi femminili da parte del microcosmo di umanità varia che circonda Berlusconi è raccontata da Sorrentino in modo disincantato ed evocativo.

La sua cifra stilistica è anche nella definizione dei dettagli di ogni personaggio e nei dialoghi asciutti ed efficaci. Anche in questo caso la “Grande bellezza” in chiave Berlusconiana fa centro. Un’operazione rischiosa quella di realizzare un film che nella sostanza è biografico, ma riferito a un personaggio vivente e a tutti gli effetti ancora attivo sul campo politico e imprenditoriale, ma a mio modesto parere funziona benissimo. Mi aspettavo un film contro Berlusconi, un documento di accusa, uno sberleffo paradossale, ma sbagliavo.

Il “personaggio” Berlusconi di Sorrentino strappa risate e tutto sommato ci riconsegna un uomo che ha fatto pace con i propri difetti e vizi, sostanzialmente simpatico e positivo. Ovviamente non è dato sapere quanto di coerente con la realtà ci sia, ma non c’è crudeltà nel dipingerlo, non c’è lo sberleffo che ci saremmo aspettati. Nessuna pietà invece per il suo entourage ricco di saltimbanchi e avvoltoi umani e nemmeno per Veronica Lario. Lui veleggia sopra a tutti grazie alla bravura di Tony Servillo (che sta a Sorrentino come Samuel Jackson sta a Quentin Tarantino) e ci racconta uno spaccato di Italia di cui non possiamo certo andare fieri, ma che nel bene e nel male è già storia.

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