UN Food Systems Coordination Hub: ce ne parla la dottoressa Roberta Ficacci Zampino

Dal 24 al 26 luglio 2023, presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), si è svolto a Roma, in collaborazione con le Agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma (FAO, IFAD, WFP), l’UN Food Systems Coordination Hub e il più ampio sistema delle Nazioni Unite. Ma di che cosa si tratta esattamente? Ce lo spiega la nostra wellness coach, la dott.ssa Roberta Ficacci Zampino

Obiettivo: creare uno spazio favorevole per i paesi, rivedere i progressi sugli impegni all’azione e identificare i successi, i colli di bottiglia duraturi e le priorità al fine di colmare il divario di attuazione. Occasione per socializzare ulteriormente il potente ruolo di sistemi alimentari sostenibili, equi, sani e resilienti come acceleratori fondamentali degli SDG (Sustainable Development Goals) e sostenere un’azione urgente su larga scala, basandosi sulle prove più recenti che i sistemi alimentari sostenibili contribuiscono a risultati migliori e più sostenibili per persone, pianeta e prosperità senza lasciare indietro nessuno.

Il segretario generale Kamel ha dichiarato: “Le diete sono le porte delle nostre vite e mezzi di sussistenza, delle nostre identità e della nostra salute. È difficile sopravvalutare l’importanza che rivestono per le nostre società, le nostre economie e il nostro ambiente. ‎ Nel caso della Dieta Mediterranea, non è solo un patrimonio immateriale dell’UNESCO condiviso, ma anche uno strumento per implementare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e combattere le sfide più urgenti che dobbiamo affrontare. Pertanto, deve essere visto in modo olistico. ‎”

Tedros Adhanon Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha sottolineato come il cibo sia una parte centrale della vita e della cultura, fondamentale per una buona salute. Eppure le diete malsane sono uno dei principali “killer”, portano ad un numero stimato di 8 milioni di morti l’anno e sono uno dei maggiori contributori all’onere delle malattie non trasmissibili. Molto di questo onere è guidato dal marketing aggressivo di prodotti che generano profitti privati, ma danneggiano la salute pubblica, compresi cibi ricchi di zucchero, sale e grassi, e sostituti del latte materno. Impatto negativo sulla salute lo hanno infatti i cibi ultra-processati, cioè quelli che contengono proteine idrolizzate, maltodestrine, grassi idrogenati ed additivi come coloranti, conservanti, antiossidanti, anti-agglomeranti, esaltatori di sapidità ed edulcoranti, il cui fine principale non è migliorare le proprietà nutrizionali degli alimenti ma esaltarne il sapore, l’aspetto e prolungarne la durata. Oggi stiamo affrontando la questione cruciale di cosa rende sana una dieta, Tedros ha poi fatto esempi di diete salutari ed ha citato per prima la dieta mediterranea, con la sua enfasi su frutta e verdura fresca, cereali integrali, legumi, olio di oliva, consumo moderato di alimenti di origine animale e a lavorazione minima.

La dieta mediterranea tradizionale è associata a longevità e a basso rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipo di cancro. E sulla base di ricerche scientifiche, è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità. Altro esempio di dieta sana citato da Tedros è quella giapponese, con la sua attenzione alle fonti alimentari marine. Altre diete tradizionali, in altre parti del mondo come l’Africa o l’America Latina possono avere anche benefici per la salute e abbiamo bisogno di ulteriori ricerche su queste per comprenderle meglio. In ogni caso Tedros ha concluso ricordando che solo favorendo o incorporando le diete locali nei sistemi alimentari possiamo promuovere una cultura della salute in chiave di prevenzione e consentire alle persone
di fare scelte alimentari nutrienti che supportino il loro benessere. Deve essere promossa un’agricoltura
sostenibile, quindi gli agricoltori locali, e proteggere le risorse naturali, celebrando la diversità culturale e
garantendo che le ricette tradizionali e le tradizioni alimentari vengano tramandate alle generazioni future.

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