“Tutte le cose hanno una vita”: Il Nuovo Futurismo Low-Profile
Nel panorama artistico contemporaneo, il Nuovo Futurismo Low-Profile (LO-FU) emerge come una risposta creativa alla standardizzazione estetica imposta da algoritmi sempre più invasivi. A Cagliari l’evento “Tutte le cose hanno una vita” lo ha raccontato con successo





Dopo Cagliari, Roma e poi Milano, ci dice Piergiorgio Mulas, promotore e autore di “Tutte le cose hanno una vita”, un’esposizione che ha offerto una riflessione profonda sul rapporto tra memoria, umanità, tecnologia e arte digitale. In questo contesto è stata presentata l’installazione Splanc3, una reinterpretazione contemporanea dell’Aeropittura, attualizzata con l’estetica della Generative AI (GAI). Questa nuova corrente si configura come una forma di resistenza a una bellezza massificata e stereotipata, proponendo un’arte meno accecante, ma più profonda e vicina all’essenza del nostro essere umani, degli esseri viventi e persino degli oggetti inanimati. A dare vita al futurismo LO-FU, oltre a Mulas, artista visivo, pittore e autore, altre due menti poliedriche: Alessandro Chessa, esperto in Fisica Teorica, Data Science e Intelligenza Artificiale e Leonardo Chessa, producer musicale e sound designer. Questa sinergia di competenze diverse ha permesso di costruire un manifesto artistico che esprime l’interazione tra tecnologia e umanità senza ricadere in una visione distopica, ma piuttosto esplorando l’innovazione come mezzo di comprensione del mondo e di noi stessi. L’opera esposta si distingue per l’uso innovativo dell’intelligenza artificiale generativa, capace di rivitalizzare il rottame, trasformandolo in una narrazione visiva e sonora dove le memorie degli oggetti vengono reinterpretate attraverso la luce e il suono della moderna Infosfera. Possiamo dunque parlare di un Nuovo Futurismo Low-Profile? Certo, se la consideriamo non è solo un’idea estetica, ma una vera e propria forma di resistenza culturale che cerca di sottrarsi alla dittatura dell’algoritmo per recuperare il senso autentico della bellezza e dell’espressione artistica. Attraverso un approccio innovativo e multidisciplinare, questo movimento si pone come un nuovo orizzonte per esplorare il rapporto tra arte, tecnologia e memoria. 🔗 Per approfondire il progetto: www.splanc3.org
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