Trick or treat?
La festa di Halloween è un evento fantastico per i bambini. Può diventare un incubo quando da adulto decidi di prendere parte a una festa a tema horror il 31 Ottobre.
Il macabro effetto ossa che scricchiolano non è necessario simularlo, poiché l’età elevata dei partecipanti lo garantisce in partenza, ma questa non è una premessa per la riuscita della festa.
Si, perché il maturo festaiolo non è più molto avvezzo a queste cose e rischia di avere due approcci opposti, ma ugualmente disastrosi. Il più classico è: “me ne sto in disparte con il mio fez da Gomez Addams sperando che nessuno mi riconosca e inizio a bere abbondantemente”. Errore da principiante! Generalmente in questi casi incontri tutte le persone che non vorresti e quando ciò si verifica loro hanno vestiti da halloween perfetti, sono perfettamente “in situazione festa” e ti guardano dall’alto in basso. Oppure (ancora peggio) essi ti vedono per caso rientrando da un party super esclusivo in abito da sera e ti guardano mesto e solo, con il fez in testa e una triste ragnatela sintetica che pende dalla giacca, mentre cerchi di darti un tono. Naturalmente qualsiasi comunicazione è complicata dal fatto che per effetto degli alcolici rispondi biascicando esponendo concetti di dubbio interesse.
Il secondo approccio a rischio è: “sono il re della festa”. Ballare in centro pista richiede perizia, allenamento e soprattutto fiato. Il “re della festa” improvvisato, preso da una strana eccitazione artistica, si muove tarantolato senza avere percezione del proprio corpo. Lo fa con le migliori intenzioni, ma troppo spesso sottovaluta la posizione dei propri arti nello spazio e inizia a rovesciare a gomitate cocktails, calici di champagne, a pestare piedi di signore eleganti che si muovono nelle vicinanze e soprattutto a sudare senza nessun freno, riducendosi presto in un simulacro umano maleodorante e affannato.
A chi gli chiederà se si sente bene risponderà ansimando e massaggiandosi il torace: “si, tutto a posto, non mi divertivo così dal 1986! Supero la crisi cardiaca e mi ributto in pista per fare ancora quattro salti…”.