Roma, a proposito di mostre: Palazzo Bonaparte

La nostra dott.ssa Roberta Ficacci Zampino, coach bien-être nel Principato di Monaco, che da sempre sostiene l’importanza dell’arte e della cultura per un buon equilibrio psicofisico, e quindi per la nostra salute, ci parla delle mostre che si sono recentemente tenute a Roma nello storico Palazzo Bonaparte

Una location unica per fascino e storia che a oggi può vantare un posto di primo piano tra le sedi espositive nella Capitale, grazie alla partnership tra Arthemisia (società leader nel campo dell’organizzazione delle mostre in Italia e all’estero cui è affidata la proposta culturale) e Generali Italia (che con il suo progetto Valore Cultura promuove numerosi eventi e attività legate all’arte, per renderla sempre più accessibile al grande pubblico). Il Palazzo romano, conosciuto per il suo balconcino verde, dove Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte, osservava il via vai dalle feritoie della verandina tra Piazza Venezia e via del Corso ha recentemente visto un successo senza precedenti per la mostra di Van Gogh a Roma, conclusa il 7 maggio, che con i suoi 580.000 visitatori è stata la mostra più visitata di ogni tempo. Inaugurata l’8 ottobre 2022, in occasione dei 170 anni dalla nascita dell’artista, ha ospitato 50 opere arrivate direttamente dal Kroller-Muller Museum di Otterlo: fra loro l’iconico autoritratto del 1887 e il seminatore.

Più di 3.000 persone al giorno, code incessanti dalla mattina alla sera, Piazza Venezia bloccata per la quantità di persone che hanno quotidianamente atteso di visitare la mostra più amata di sempre. Van Gogh a Palazzo Bonaparte di Roma è la mostra dei record, 580.741 visitatori complessivi provenienti da ogni parte del mondo, 11.000 gruppi, 70.000 studenti, milioni di foto, commenti sui social e sulla stampa internazionale.
Non si ricordano, almeno negli ultimi 30 anni, mostre che abbiano raggiunto simili risultati. Abbiamo chiesto a Iole Siena, Presidente di Arthemisia, che ha prodotto e organizzato la mostra, quale il motivo di tanto successo: “Sicuramente Van Gogh è uno degli artisti più amati dal grande pubblico, ma il successo senza precedenti di questa mostra è legato anche e soprattutto a ciò che il pubblico ha trovato in mostra, che è molto di più delle sole opere. La nostra attenzione maniacale per tutti i visitatori, la ricchezza dei contenuti, l’aver accompagnato le opere con scritti, musica, video, lettere e scenografie coinvolgenti, ha fatto la differenza, ha fatto emozionare le persone, ha fatto conoscere Van Gogh nel profondo, ne ha fatto parlare. Le nostre mostre piacciono tanto e hanno risultati diversi dalle altre, perché noi amiamo e rispettiamo profondamente i visitatori, ogni nostro sforzo si rivolge al pubblico, ci immedesimiamo in chi paga un biglietto per apprendere ed emozionarsi. Credo che la differenza stia essenzialmente in questo, nell’amore che il pubblico percepisce quando entra in una mostra Arthemisia.”

Il genio olandese, artista “fuori dagli schemi”, nonostante un’esistenza tragica e sconvolta dalla follia, nella sua seppur breve vita, finita con un suicidio a 37 anni, ha realizzato capolavori dallo stile unico, capaci di regalare emozioni fortissime agli appassionati di ogni generazione. Famose le sue lettere al fratello Theo, da una di queste lettere, del 14 luglio 1889, riportiamo una toccante riflessione. “Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi condottieri delle nostre vite e che a queste noi obbediamo senza saperlo”. Arthemisia, dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, sempre nello spazio espositivo di Palazzo Bonaparte, ancora una volta ha proposto un progetto nuovo e visionario sulla scena dell’arte contemporanea italiana, dal 26 maggio fino all’ 8 ottobre 2023, una stupefacente mostra dedicata alla grande scultura iperrealista internazionale, raccontata attraverso i più importanti artisti contemporanei, difficile distinguere un corpo vero da un’opera d’arte, tanto i dettagli sono realistici.


La mostra è curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario, il catalogo edito da Skira. Le opere sono così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra vero e falso. Gli artisti esposti sono i più grandi della scena contemporanea internazionale e vanno da Ron Mueck a Maurizio Cattelan, a Sam Jinks, Patricia Piccinini, John DeAndrea, Berlinde de Bruyckere, Carole A. Feuerman, George Segal, Robert Graham e molti altri.
Tra le opere iconiche presenti in mostra i piccioni dell’installazione Ghosts (2021) e la famosa banana Comedian (2019) entrambe di Maurizio Cattelan, la gigantesca testa di uomo Dark Place (2018) di Ron Mueck e Cowboy with hay (1984/1989) di Duane Hanson. E poi, dal 24 ottobre, sarà la volta della più grande esposizione mai realizzata prima d’ora su ESCHER, il genio olandese che nel giro di pochi anni, grazie anche alle mostre prodotte da Arthemisia nel mondo, è diventato uno degli artisti più amati dal grande pubblico.

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