Ricordo di un grande maestro delle montagne, tra i più forti rocciatori della sua generazione

La dott.ssa Roberta Ficacci Zampino, coach bien-etre nel Principato, sostenitrice dell’importanza dello sport
e delle competizioni sportive, che spingono l’essere umano a misurarsi con se stesso per raggiungere
obiettivi talvolta anche estremi, vuole dare un tributo alla memoria di un grande uomo tragicamente morto
per un fatale incidente in montagna

Ermanno Salvaterra, punto di riferimento per tutti gli amanti delle Dolomiti, noto alpinista, guida alpina
esperta, nonchè maestro di sci, che nella sua lunga carriera ha affrontato le cime più ardite, tra le quali il
Cerro Torre in Patagonia, è recentemente precipitato in questo agosto, per una tragica fatalità, il cedimento
di un appiglio, durante una scalata sulle Dolomiti di Brenta, all’altezza del Campanile Alto, le montagne
nella cui valle era nato 68 anni fa.

Il suo bel libro “Patagonia il grande sogno” con la prefazione di Reinhold Messner, più che un testo di
tecniche di salita e conquista delle cime riesce a comunicare al lettore la potenza, il calore e il mistero che
quelle terre ghiacciate racchiudono.

“Quando si scalano montagne come il Fitz Roy o il Cerro Torre, ma in generale quando si affrontano
condizioni estreme, probabilmente anche una traversata oceanica in solitaria, dove il rischio, anche quello della morte, è altissimo, non credo si debba parlare solo di un gesto atletico. Tutt’altro. Credo che in un certo tipo di alpinismo più di ascese si possa parlare di discese dentro di sé e nel proprio intimo. Per viverle bisogna liberarsi di molte cose, non ultimo del proprio ego, talvolta più grande della montagna che ci si accinge a scalare: ecco affiorare allora i nostri limiti, le nostre paure, le ambizioni, i sogni, i desideri… la bellezza”. Abbiamo riportato questa sua frase perché bene si adatta a tutte le imprese sportive, non solo quelle con il rischio della morte, ma anche a quelle competizioni che vedono spesso tanti nostri giovani atleti arrivare a conquiste dopo lunghi periodi di sacrifici ed allenamenti, sicuramente liberandosi del proprio ego, che come ci ricorda Salvaterra è spesso più grande della montagna. Ermanno, data la sua grande capacità umana, si era prodigato per far accedere le persone con una disabilità alla montagna, il 9 luglio aveva partecipato al Brenta Open, il cui obiettivo quest’anno è stato il Rifugio 12
Apostoli, accompagnando chi con le proprie gambe, chi con una o due protesi è riuscito ad arrivare fino alla
Cima 12 Apostoli. Riportiamo le sue parole che ben commentano il suo essere un grande uomo.” Poter andare con questa gente è una grande soddisfazione, è bellissimo, ti insegna tante cose. Hanno qualche difficoltà, ma li ho visti
muoversi anche meglio di me”.

William Blake “Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. Potremmo estendere la bella frase di Blake alle grandi espressioni in cui la natura si manifesta, i mari, gli oceani, i laghi e tante altre. L’essere umano nell’incontro con la bellezza della natura può riappropriarsi della grandezza della sua interiorità che spesso viene ad essere distratta da un mondo frenetico che ruota intorno alla vita e fa dimenticare il piacere di immergersi nella natura e di osservare non distrattamente un bel panorama, che può così nutrire il nostro spirito nella sua sete di infinito.
Ermanno Salvaterra nelle sue imprese ha saputo apprezzare la bellezza di terre meravigliose, che hanno come creato in lui una sorta di fuoco sacro ed entusiasmo che l’ha fatto essere un bravo pedagogo anche con gli allievi del liceo della montagna, con attenzione e amore per le giovani leve, che ha formato in tanti anni della sua attività e il suo ricordo sarà sempre vivo. Ha saputo trasmettere l’importanza della tenacia e dell’attaccamento ai sogni e ai desideri. Per Ermanno desiderare, immaginare, aspirare per lasciarsi ispirare, sono state le cose che lo hanno tenuto sempre appassionato alla vita, in una sorta di “speciale forma di amore” come lui stesso ha definito il suo approccio all’esistenza. “Scalare è un gioco, meraviglioso e profondo. Ma è un gioco serio, che non va mai preso sotto gamba. Ha le sue regole e i suoi terribili rischi. E la morte non è mai esclusa dal gioco. Fa parte di esso come della vita. Per questo ci vogliono coscienza, rispetto e umiltà…timor di Dio” Queste parole di Ermanno, rubate al suo bel libro, ci ricordano che nella vita cercare di superare i limiti per avere emozioni importanti, dovrebbe sempre partire da una seria presa di coscienza e non solo nello sport estremo ma anche in tante scelte di vita che posso portare su strade rischiose o sbagliate.

QE-MAGAZINE

QE-MAGAZINE è il primo ed unico periodico digitale in italiano del Principato di Monaco  (FacebookInstagram e Twitter) che propone anche una versione stampabile del magazine digitale ESCLUSIVAMENTE agli abbonati che ne facciano richiesta. Seguiteci anche su nostro canale YOUTUBE MonteCarloBlog e anche sul nostro canale Telegram Monaco Pocket

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »
Privacy Policy Cookie Policy