QE-MAGAZINE #3: l’importante è ricordare…

Cari lettori, ecco a voi il nostro ultimo numero di QE-MAGAZINE e, di seguito, l’editoriale. Per leggere il contenuto del settimanale, invece, vi invitiamo a cliccare qui 

In attesa di ricevere vostri commenti, condivido con voi un’esperienza negativa che recentemente mi è capitata a seguito di una mancata consegna (sto ancora aspettando il pacchetto ancora oggi eh…).

Non è mia abitudine scrivere di fatti personali su questo editoriale, perché per condividere idee e situazioni comuni, da qualche tempo esistono i social media. In realtà me ne sono già servita ampiamente me se faccio un ulteriore passaggio è perché se in genere sono entusiasta e felice di diffondere belle notizie, dall’altra ritengo sia un dovere morale rendere partecipi i miei lettori di certi disservizi che possono creare problemi di non facile soluzione. Un’esperienza negativa, credo, è più accettabile se raccontata, se non altro per stimolare alla consapevolezza e magari al cambiamento. La questione riguarda l’ennesimo smarrimento di un pacco affidato alle cure dello spedizioniere GLS italiano che lo ha inoltrato al suo corrispondente per consegna nel Principato di Monaco. E’ accaduto in questi giorni ed ancora ad oggi non ho ricevuto nulla. Errori formali non ce n’erano in quanto il mittente ha indicato come destinatario nome, cognome, indirizzo e codice postale, 98000, seguito da Monaco. La scoperta è stata quella di apprendere che il pacco campeggia da due giorni nei magazzini GLS a Monaco di Baviera, in Germania. Inoltre, la cosa più assurda è che seguendo il percorso del collo, a video, non ha coerenza con i fatti. Ora, a parte le ore trascorse al telefono e le relative decine di euro spese per parlare con qualcuno che mi spiegasse la ragione di questo disservizio, mi chiedo: perché non si cambia approccio chiedendo di posticipare i costi di un servizio solo all’effettiva consegna? Immagino che, pur di recuperare il dovuto, i vari padroncini coinvolti non avrebbero nemmeno un giorno di ritardo. Comprendere e assecondare le esigenze del cliente, per noi che viviamo nel terzo millennio, dovrebbe essere la cosa più ovvia, Il caso del sondaggio sull’aria inquinata nel Principato di Monaco ne è un esempio. In molti, infatti, si lamentano delle particelle sottili che aleggiano nell’atmosfera monegasca ed il Governo, come la risposta più logica, si è attivata per creare una banca dati da cui trarre le conclusioni. Di questo ne parliamo nel nostro QE-MAG@ZINE che tratta anche del patto stretto tra l’Italia, Monaco e Francia per sottoporre il sito delle Alpi Marittime come candidato ai beni listati come Patrimonio dell’Unesco. Se fosse accolta la domanda, dal 2019, chi vive in Costa Azzurra avrebbe la stessa allure di quelli che abitano sulla costa del Levante, nel comprensorio delle Cinque Terre, oppure nella città di Avignone. Sono cose molto diverse, certo, ma quello che conta è riuscire a sensibilizzare soprattutto la popolazione residente facendoli sentire dei privilegiati. Magari potrebbe addirittura aiutare ad avere maggior rispetto del posto in cui si vive normalmente per preservarlo meglio pensando ai posteri. A volte un titolo o un riconoscimento mondiale sortiscono più effetti di tante parole. Eh, la vanità….

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