Monaco sceglie la responsabilità: rifiuti gestiti in casa per garantire sovranità e qualità della vita
Nel cuore della Riviera, il Principato di Monaco riafferma il proprio impegno verso un modello di gestione dei rifiuti autonomo e sostenibile, scegliendo di preservare la propria indipendenza rispetto ai paesi confinanti

Dopo oltre un secolo di trattamento locale dei rifiuti, il Governo monegasco ha confermato la volontà di non delegare completamente questa funzione a nazioni terze, come Francia o Italia, per motivi che spaziano dal rispetto della sovranità alla solidità giuridica. Un’approfondita analisi legale sul diritto internazionale e le normative europee ha evidenziato i rischi potenziali legati all’export totale dei rifiuti. La soluzione? Mantenere una capacità minima di trattamento all’interno dei confini del Principato, assicurando continuità del servizio e sicurezza operativa. Come indicato da un recente comunicato stampa, il progetto prevede la demolizione dell’attuale impianto di Fontvieille — operativo dal 1980 e giunto alla fine del suo ciclo — e la costruzione, sullo stesso sito, di una nuova Unité de Valorisation Énergétique. Quest’ultima sarà in grado di convertire i rifiuti in energia termica, elettrica e frigorifera, valorizzando anche le acque reflue e rispettando i più alti standard ambientali. Fontvieille rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare: produce il 95% del suo calore e il 30% del suo freddo dai rifiuti urbani. Rinunciare a questo modello significherebbe compromettere un equilibrio consolidato nel tempo, fondato su efficienza energetica e autosufficienza. Dopo aver escluso soluzioni non compatibili con la realtà monegasca — come il progetto Symbiose e l’esternalizzazione totale — Monaco procede verso un futuro energetico e ambientale responsabile, in linea con i suoi valori e obiettivi climatici. In questo modo il Principato, ancora una volta, dimostra che l’indipendenza si misura anche nella capacità di gestire le proprie risorse — e i propri rifiuti — con lungimiranza.
Di tutt’altra opinione, invece è il Consiglio Nazionale che, per via di un comunicato trasmesso oggi, ha espresso «stupore» e «rammarico» per la decisione del Governo relativa al trattamento dei rifiuti, annunciata senza tenere conto delle osservazioni espresse dalla Commission Plénière d’Étude (CPE). Una scelta che, secondo i consiglieri, rischia di compromettere seriamente il clima di collaborazione istituzionale, a poche settimane dall’insediamento del nuovo Ministro di Stato. Al centro del dibattito, c’ è appunto il controverso progetto Symbiose, inizialmente considerato dal Governo come unica soluzione praticabile per la gestione locale dei rifiuti. Un progetto che però, secondo il Presidente del Consiglio Nazionale Thomas Brezzo, ha sollevato fin dall’inizio molteplici interrogativi: «I costi sono raddoppiati, le incertezze tecniche non sono mai state chiarite del tutto, e non ci è stato mai fornito un reale tetto di spesa. Inoltre, la necessità di spostare oltre 200 caveaux ha evidenziato la complessità e l’impatto sociale del progetto.» La nota ufficiale diffusa dall’Esecutivo — titolata significativamente «Traitement des déchets : Monaco fait le choix de la responsabilité» — ha di fatto confermato la scelta di costruire un nuovo impianto in loco, dichiarando troppo rischiosa l’ipotesi di una soluzione esternalizzata in Francia. Ma il Consiglio Nazionale replica duramente: «Il Governo non ha mai condiviso gli studi su cui si basa questa valutazione, nonostante le nostre ripetute richieste. Anzi, sembra voler semplicemente giustificare una decisione già presa da tempo, senza un reale confronto.» Nella sua dichiarazione, Thomas Brezzo accusa apertamente il Governo uscente di provocazione: «Questo annuncio, a meno di due settimane dall’arrivo del nuovo Ministro di Stato, su una questione che impegnerà le finanze pubbliche per decenni, è inaccettabile. È una dimostrazione di irresponsabilità istituzionale.» Il Consiglio Nazionale di Monaco ha quindi ribadito che non approverà alcuna legge di bilancio che includa i costi della nuova centrale di trattamento, finché non saranno forniti tutti gli elementi tecnici, giuridici e finanziari necessari per una decisione realmente informata. E ha minacciato di estendere questo blocco a tutti i progetti di rilievo che impattano sul bilancio dello Stato. In attesa dell’arrivo di Christophe Mirmand, nuovo Ministro di Stato atteso per il 21 luglio, il Parlamento lancia un appello alla trasparenza e al dialogo: «È urgente ristabilire un clima di fiducia e coerenza tra le istituzioni, nell’interesse superiore della nostra comunità. I Monégaschi, i residenti e gli attori della nostra economia meritano decisioni ponderate, non imposizioni unilaterali.» E quindi evidente che la partita sull’inceneritore è tutt’altro che chiusa. Ma una cosa è certa: la sfida ora è anche politica e si giocherà sul piano del rispetto delle prerogative istituzionali. E il futuro del trattamento dei rifiuti potrebbe diventare il primo vero banco di prova per la nuova leadership governativa.
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