Biennale d’Art Contemporain Sacré a Mentone: vince il talento!

La BACS (Biennale d’Art Contemporain Sacré), evento chiave del panorama culturale e artistico della Costa Azzurra, è giunta alla conclusione della sua terza edizione e…


Fondata nel 2019 da Liana Marabini, italiana residente a Monaco, autrice, regista e mecenate, la Biennale BACS (Biennale d’Art Contemporain Sacré) nasce dall’esigenza di mettere in luce il lato spirituale dell’arte e degli artisti. Delle migliaia di opere presentate ogni anno, circa 200 vengono scelte per essere esposte nelle sale del Palais des Ambassadeurs, che non è solo un albergo storico poiché, per ‘occasione, si trasforma anche in un’importante galleria d’arte. Quest’anno la BACS, giunta alla sua terza edizione, è stata visitata da oltre 6.000 appassionati d’arte. Ben 37 gli artisti presenti hanno venduto le loro opere durante la mostra (1-31 ottobre 2023) e altri sono in trattativa con collezionisti. Come è già accaduto in passato, uno sponsor -Alter Italia, un’organizzazione che si occupa delle attività degli italiani all’estero, n.d.r. – è stato scelto per assegnare un premio di 10.000 euro a un artista di sua scelta, basandosi sulla coerenza dell’opera con il tema di BACS che, per questo 2023, era “La Redenzione’. Il presidente di Alter Italia, Mauro Marabini, ha consegnato personalmente l’assegno di 10.000 euro all’artista britannico Brian Finch, autore di un dipinto fotografico dal titolo LIFE THAT SPRINGS FROM MOULD. “L’idea che la muffa, considerata negativa, possa essere la base per la nascita di una nuova vita, ci ha colpito in modo straordinario e si presta molto bene a interpretare la redenzione”, afferma Mauro Marabini. Brian Finch, del resto, è un habitué della BACS, esponendo in tutte le edizioni le sue opere.

“Tra la precedente edizione della nostra Biennale (nel 2021) e questa, il mondo dell’arte contemporanea ha subito una serie di sconvolgimenti. Non solo la deplorevole follia dei NFT (gettoni non fungibili), la grande ‘novità’ degli ultimi due anni, non solo ha destabilizzato il mercato dell’arte, ma ha portato la mediocrità a livelli impensabili fino a poco tempo fa. Un esempio: nel marzo 2021, l’asta di un NFT che assicurava la proprietà di un’opera di Mike Winkelmann – meglio conosciuto con lo pseudonimo di Beeple – ha raggiunto la cifra record di 69,3 milioni di dollari. Il colpo è stato orchestrato dalla rinomata casa d’aste Christie’s, che è riuscita a collocare questo ex ingegnere informatico del Wisconsin nel pantheon degli artisti viventi più quotati al mondo, condividendo le luci della ribalta con David Hockney e Jeff Koons. Solo pochi mesi prima di questa miracolosa asta, il vecchio maestro dell’arte digitale non aveva mai venduto una sola delle sue opere per più di 100 dollari. Di fronte ad anomalie così evidenti, si può solo pensare che l’arte abbia le sue ragioni che la ragione non conosce. Per sua stessa natura, l’arte contemporanea è spesso fraintesa e incompresa, persino enigmatica. È spesso sconcertante e il più delle volte rimane ermetica. La proliferazione degli oggetti nella creazione artistica non ha migliorato la situazione. L’esperienza e le teorie estetiche sono minate da questi oggetti quotidiani, banali e insignificanti, chiamati “opere d’arte”. Accettare questi oggetti come “opere d’arte” tradisce l’idea di arte, sminuendo il lavoro del “vero” artista, quello che usa una forma tradizionale, come la pittura, la fotografia o la scultura, per esprimere un’idea o dare forma a un’emozione. A proposito: che emozione può creare una banana inchiodata al muro? O un blocco di cemento gettato al centro di una sala espositiva? Un accumulo di pezzi di ferro arrugginiti chiamato “installazione”? Abbiamo visto di tutto e di peggio. Si può chiamare arte? A mio parere, no. Questo attacco al più elementare buon gusto ha messo irrimediabilmente in discussione i criteri estetici. L’arte deve essere fonte di emozioni e per questo dobbiamo incoraggiare gli artisti che creano, che danno vita e forma alla bellezza e alla spiritualità attraverso le loro opere. Questa è la ragione principale dell’esistenza della nostra Biennale. La BACS è stata creata con l’obiettivo specifico di mostrare il lavoro di artisti che traducono un mondo interiore nelle loro opere, che esaltano la bellezza, che esortano alla riflessione. Tra le centinaia di opere che ci sono state sottoposte per la selezione, abbiamo scelto una serie di dipinti, sculture e fotografie che sono il risultato del coinvolgimento dell’artista, sia fisico che intellettuale. Il nostro lavoro è quello di mecenati puri, cioè di donatori a senso unico, che ci lasciano libertà di scelta e di azione”

Liana MARABINI

A proposito di BACS. La Biennale è organizzata gratuitamente per gli artisti, che non pagano nulla per parteciparvi, né per apparire nell’elegante catalogo che viene pubblicato e che raccoglie tutte le opere e gli artisti. In caso di vendita, Liana Marabini mette in contatto i collezionisti con gli artisti, che ricevono tutto il ricavato delle vendite, senza alcun obbligo di commissioni. La Biennale d’Arte Sacra Contemporanea è un evento che si svolge ogni due anni. Nell’intermezzo dei due, è attivo un programma chiamato “Artisti in residenza”, che permette a coloro che vengono selezionati tra le numerose candidature che arrivano ogni anno – l’opportunità di trascorrere due settimane in Costa Azzurra, pagate tutte le spese, per conoscere una regione prediletta da molti artisti famosi, visitare musei e creare lontano dalle preoccupazioni quotidiane. La presidente della Biennale, Liana Marabini, ha un occhio di riguardo per gli eccessi dell’arte contemporanea e cerca di “rendere giustizia” agli artisti che lavorano davvero e che hanno un messaggio da trasmettere e valori da proporre.

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