Salvatore Dimaggio: “Ci interessa davvero conoscere le vere Atene e Sparta?”

Nel numero #2 di febbraio 2021, sulle pagine del periodico digitale QE-MAGAZINE, il nostro Salvatore Dimaggio ci ha regalato una importante riflessione su cosa sia la mitopoiesi, definita come ‘attività umana volta a creare dei miti o ad interpretare la realtà ricorrendo agli stessi. Data la drammatica situazione che si sta sviluppando in queste ore in Afghanistan, riteniamo importante riproporla qui oggi…

Cultura greca classica e mitopoiesi sono legate a doppio filo, non solo per la mitologia famosa ancora oggi, ma per la trasfigurazione di semplici città, guerre, uomini, in miti. Atene e Sparta, infatti, più che essere due città nelle quali si viveva, si lavorava, si pagavano le tasse, eccetera, sono diventate due autentiche icone a disposizione di chiunque voglia elogiare uno stato democratico progressista oppure alternativamente le virtù di uno stato autoritario, conservatore e radicato nelle proprie tradizioni. Perché queste due polis si sono trasformate in due oggetti culturali eterni ed intramontabili? Ciò è certamente dovuto ad una tradizione che ha ricordato il conflitto di queste due città, un tempo alleate, dipingendolo con i colori vivaci di una sorta di guerra dei mondi. Una guerra fantastica tra due mondi alieni tra loro e abitati da due razze pittoresche ed affascinanti, quanto sideralmente diverse, che si affrontavano in una guerra paradigmatica. Forse, in un certo senso, parte della responsabilità, seppure incolpevolmente, può ricadere proprio sul grande Tucidide che ha raccontato dettagliatamente la Guerra del Peloponneso nella sua omonima fondamentale opera: un autentico insuperabile capolavoro di letteratura storiografica. Tucidide usa un approccio totalmente laico, dunque per la prima volta non trovano alcuno spazio gli dei olimpici, ma a muovere la scacchiera della Storia sono le passioni umane, le pulsioni intime, la sociologia, l’economia e la strategia militare. Lo stile dello storico ateniese è raffinato e asciutto, secco, clinico a tratti addirittura spietato eppure tremendamente appassionante ed evocativo. Forse è stato proprio il suo sistematico voler sgombrare il campo da ogni mitologia ad aver fatto ricadere un certo crisma mitico proprio sul “carattere” delle due città. D’altra parte, com’è noto, la storiografia per Tucidide è κτῆμα ἐς αἰεί (un possesso per sempre), ciò implica che lui rifugge gli elementi esotici e favolosi usati da Erodoto, ma usa un approccio freddo e scientifico che renda l’opera un autentico documento per l’eternità.

Consideriamo il seguente frammento tratto da La Guerra del Peloponneso: “Sono convinto che la motivazione più autentica, quella però che meno traspariva dai discorsi ufficiali, fosse la formidabile potenza conseguita da Atene e l’apprensione che ne derivava per Sparta: e la guerra fu inevitabile.” Più che un racconto di guerra, sembra di leggere un testo di termodinamica; una legge fredda e deterministica. Ciò è talmente vero che il politologo statunitense Graham Allison usa questa analisi, che ha ribattezzato “trappola di Tucidide”, per spiegare in modo meridiano le dinamiche della crescente tensione tra USA e Cina.

Un recente pregevole saggio: “Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia” di Eva Cantarella, appena pubblicato per Einaudi Stile Libero, si occupa di indagare, per quanto possibile, la realtà oggettiva dei fatti e traccia un quadro delle due città piuttosto lontano dai miti che tutti abbiamo nella mente. Ciò che emerge leggendo questo stimolante testo, che mi permetto di consigliarvi, è la storia di due città molto più simili di quanto non si creda: due polis che parlavano la stessa lingua, adoravano i medesimi dei ed osservavano tradizioni sostanzialmente simili, ma soprattutto, non avevano poi delle grandi differenze in ciò che consideravano vizio e ciò che consideravano virtù ed, in definitiva, è questa la più efficace cartina di tornasole per capire se due comunità, ma anche due persone, sono diverse o simili.

Ma, al di là, dell’ indiscutibile qualità del libro, potremmo prosaicamente chiederci: ci interessa davvero conoscere le vere Atene e Sparta? Io risponderei: sì, ma fino ad un certo punto. Questo perché dal nostro punto di vista di uomini del XXI secolo, il mito delle due polis e tutta l’immensa bibliografia, fatta anche in buona parte da clamorosi travisamenti, che ne è derivata, pesa molto di più della reale vita di queste due cittadine dell’antichità. Il lascito della cultura ellenica costituisce una delle due gambe, insieme al cristianesimo, sulle quali si regge la cultura occidentale ed indirettamente tutta quella occidentalizzata.

Come lucidamente spesso nota il filosofo Galimberti, dal cristianesimo abbiamo ereditato, (persino chi non ha la Fede) l’idea di una fiducia in un’età dell’oro posta nel futuro e non nel passato, che probabilmente è stato il più grande motore dello sviluppo occidentale. Al contrario in Grecia allignava un sardonico pessimismo e scetticismo sul destino del singolo e della comunità e la tragedia era ben più che un genere teatrale. Tuttavia è innegabile che la Grecia, i suoi dei, i suoi filosofi, le sue città, tutti indistintamente assisi nell’olimpo della mitologia, siano radici forti della nostra comune identità.

La maggior parte della gente non si preoccupa di scoprire la verità, ma trova molto più facile accettare la prima storia che sente.” Tucidide

QE MAGAZINE #6 SPECIALE ESTATE 2021

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