Principato di Monaco e #coronavirus: gli italiani sono discriminati

Il Governo di Monaco ha organizzato tre conferenze stampa in una settimana con l’obbiettivo, evidentemente, di fare un bilancio delle attività in corso per controllare la diffusione del Coronavirus tra i residenti. Tuttavia, come ben sappiamo purtroppo, questa nuova forma influenzale si diffonde più o meno con le stesse modalità di altri virus stagionali ed è per questo che non è circoscrivibile chiudendo le frontiere a chiunque proviene dalle zone a rischio. Tutto dipende, in realtà, dal senso di responsabilità di ciascuno di noi e l’auto-isolamento parrebbe la soluzione più semplice. Ma non è così. Indossare le mascherine, se serve esclusivamente per non contagiare altri, non ha utilità indossarla per proteggersi.

A momento, comunque, la situazione nel Principato di Monaco è abbastanza sotto-controllo anche se è le persone che rientrano a casa provenendo dalla Cina (Cina continentale, Hong Kong, Macao), Singapore, Corea del Sud, Tailandia, Giappone, Taiwan, Malesia e Italia nelle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sono quelle invitate all’auto-isolamento o quarantena per 2 settimane. Le scuole, invece, riapriranno il 2 marzo per tutti gli studenti – e relative famiglie – che non rientrano nell’elenco sopra-indicato. Per tutti gli altri, come per i dipendenti, invece, sempre se hanno soggiornato nelle aree a rischio, è richiesto di rivolgersi ai dottori ispettori di sanità pubblica, ossia Dottore Eric VOIGLIO (98 98 48 50, nei giorni lavorativi – [email protected]) o la dottoressa Julie BIGA (98 98 44 35, nei giorni lavorativi – [email protected]).

Infografica fornita dall’Ambasciata d’Italia a Monaco

Malgrado tutto questo, le autorità di Monaco hanno informato che un test di coronavirus effettuato su un residente di Monaco – un uomo sulla cinquantina – è risultato positivo. Pertanto la persona prima è stata condotta all’ospedale Princesse Grace di Monaco e poi, in conformità con gli accordi tra Francia e Monaco, trasferita presso il dipartimento di malattie infettive dell’Ospedale Universitario di Nizza. Didier Gamerdinger, sempre nel corso dell’incontro con la stampa di Monaco organizzata questo venerdì pomeriggio, ha nuovamente ricordato che il sistema pianificato fa parte di una decisione ministeriale. Infine, secondo quanto dichiarato recentemente dal Consigliere di Governo Ministro dell’Economia e delle finanze di Monaco, Jean Castellini, dopo l’incontro con albergatori, ristoratori, professionisti del turismo e rappresentanti del Grimaldi Forum di Monaco, chiamati a discutere della situazione di questo settore di fronte alla crisi COVID 19, non sono previsti “cancellazione o il rinvio di eventi professionali e altri congressi, al di là delle decisioni che potrebbero essere la responsabilità di un organizzatore privato. Ma chiaramente bisognerebbe non invitare nel Principato partecipanti provenienti da aree a rischio “. La discriminante è data dunque dalla lista pubblicata sul sito del Governo di Monaco – accessibile cliccando qui – mentre nella realtà in Italia la situazione non è affatto così drammatica, o almeno non meno della Francia o altri paesi che non sono indicati. Questo per dire che, fin quando non si adotta un protocollo comune, i cittadini provenienti da paesi che hanno fatto maggior prevenzione risultano realmente discriminati. Anche, ahimé dalle autorità del Principato di Monaco e non solo. Ed il caso degli italiani che vogliono entrare a Monte Carlo è eclatante!

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