Principato di Monaco: alla ricerca di nuovi stimoli ma innovativi

Nel corso della prima settimana di giugno, il 5 e l’8, abbiamo celebrato due giornate mondiali, particolarmente care al Principato di Monaco: la prima dedicata all’Ambiente e l’altra agli oceani. A testimoniare il suo impegno in questo senso, esprimendosi come Capo di Stato è stato il Sovrano, SAS il Principe Alberto II di Monaco che ha pronunciato non uno bensì due discorsi – accessibili sul sito della Fondazione che porta il suo nome (https://www.fpa2.org/) – in cui ha perpetuato l’impegno personale riprendendo la tradizione del suo bisnonno il Principe Alberto I per l’ambiente.

Probabilmente nel suo DNA il richiamo al mare e alla tutela ambientale era già tracciato fin da quando, salendo al trono, venne soprannominato il Principe Ambientalista. Ma fu nel 2009, a gennaio, che il Sovrano di Monaco volle richiamare l’attenzione della politica internazionale mettendo l’accento sull’importanza e l’impatto che l’acidificazione degli oceani dovuta alle emissioni di CO2 poteva avere su tutto il genere umano. E poi fece di più: scrisse una pagina della storia monegasca producendo la nota “Dichiarazione di Monaco“. L’appello non fu vano, ebbe un importante eco internazionale tanto che, alla fine del 2011, il Segretario generale delle Nazioni Unite gli affidò la preparazione della sezione “oceani” nella relazione esposta alla Conferenza Rio+20. Di particolare importanza è stato anche aver sottoscritto l’obiettivo, per il Principato di Monaco, di riuscire ad essere carbon-free entro il 2050. La data sembra distante ma, in fondo, rientra un po’ nello spirito innovatore dei Grimaldi riuscire a precorrere i tempi.

Penso, in particolare, al Principe Alberto I che, primo tra tutti, gettò le basi per la nascita delle scienza oceanografiche creando – per conoscere, difendere e promuovere in qualche modo lo sviluppo sostenibile dei nostri mari – la Maison des Océans (o Istituto di Oceanografia di Parigi), e poi il Museo oceanografico di Monaco, proiettato attualmente fino al 6 luglio in esperienze virtuali partecipative. E come non ricordare che, nel 2022, al Principe Esploratore saranno dedicate numerose iniziative per celebrare i 200 anni dalla sua scomparsa? Se però mi chiedete del perché, in questo editoriale, non commento l’attualità monegasca, vi dico che, in fondo, in questo momento storico, piuttosto che parlare delle distanze interpersonali che sembrano già fuori moda, preferisco approfittare dell’emergenza del Covid19 per riflettere sul futuro. Del resto è evidente che la quotidianità del Principato di Monaco sia compromessa a causa del gran numero di eventi estivi soppressi benché gli esercizi commerciali abbiano riaperto seguendo i dispositivi sanitari anti-coronavirus regole. Inoltre, l’11 marzo scorso, se vi ricordate, per decisione ministeriale sono stati vietati fino al 30 aprile tutti gli scali di navi da crociera sia nel porto che nelle acque territoriali monegasche . La ragione, più di natura sanitaria che organizzativa, era dovuta al fatto che Monaco non avrebbe potuto fornire assistenza sanitaria se un gran numero di infettati dal Covid19 fosse sbarcati anche dalle navi da crociera di passaggio, con le loro migliaia di passeggeri. Tuttavia, lo stop alla stagione del turismo crocieristico era stato previsto fino al 30 aprile: ad oggi, però, nessuna proroga né conferme. Magari, per l’amministrazione monegasca, questa pausa forzata potrebbe essere occasione per ripensare a cosa sarà questo Principato quando la pandemia terminerà non ci sarà più e comprendere come diventare nuovamente un luogo che, seppur non votato esclusivamente al turismo, riesca ad attirare persone e capitali in grado di risollevare l’economia locale. Speriamo che, magari proprio il Consiglio Nazionale, dopo aver diffuso la notizia dell’aggiornamento non solo del loro sito web, ma anche di un canale televisivo e la pubblicazione di un numero speciale di un periodico (Magazine Untra Nui – spécial Covid-19), sia in grado di tirar fuori dal cilindro ben più di una soluzione. Ne avremmo tutti, ma proprio tutti, bisogno!

QE MAGAZINE 2020 #22

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