Monaco: per il ‘Monaco Finanza Durevole’, il perno è il token

La scorsa settimana, vendredi 19 mars 2021, si è tenuta nei saloni del Ministero di Stato di Monaco la prima riunione del gruppo di lavoro AMAF ‘Monaco Finance Durable’ (Monaco Finanza Durevole). Lo comunica una nota stampa ufficiale che traduciamo integralmente qui sotto, in quanto impossibilitati ad approfondire rapidamente alcuni aspetti illustrati nel testo

Première réunion du groupe de travail Etat – AMAF « Monaco Finance Durable » ©Direction de la Communication Stéphane Danna

Quasi due anni fa, è stato creato un gruppo di lavoro sul futuro della piazza bancaria e finanziaria monegasca. I primi argomenti trattati dai suoi membri riguardavano questioni relative alle innovazioni della finanza digitale, e hanno portato in particolare al voto del Consiglio Nazionale di Consiglio della Repubblica di Monaco della legge 1.491 sulle offerte di token (“token”). Oggi, un nuovo gruppo di lavoro congiunto, comprendente rappresentanti dell’AMAF e dello Stato, si sono riuniti per agire sul lancio di una nuova iniziativa, voluta dal Governo, sul tema “Monaco Finanza Sostenibile”.

Il Principato di Monaco è uno dei principali centri europei, insieme alla Svizzera e al Lussemburgo, per le attività di private banking. S.A.S. il Principe, attraverso il suo impegno decennale per lo sviluppo sostenibile, è un esempio per il suo paese che gli attori bancari e finanziari, sia pubblici che privati, devono seguire, soprattutto perché l’attuazione dello sviluppo sostenibile in materia economica e finanziaria è un fattore importante per la competitività internazionale. In effetti, in un’economia globalizzata, il successo delle strategie , così come quelle aziendali e degli investitori, dipende sempre più da criteri di selezione ESG (Environnement, Social et Gouvernance) o ISR (Investissement Socialement Responsable). L’integrazione di questi fattori nell’analisi finanziaria e negli investimenti, così come nella gestione del rischio, può migliorare la performance, ma anche ridurre i rischi, in particolare quelli sistemici. Banchieri, gestori di fondi e gestori privati hanno capito, per loro stessi e per i loro clienti, in particolare family office e clienti istituzionali, l’importanza di integrare un approccio “sostenibile” nei loro processi decisionali. Tutti questi attori hanno preso coscienza della loro parte di responsabilità nel risolvere le sfide globali e regionali. E sempre loro hanno preso coscienza della loro responsabilità nella risoluzione delle sfide globali e nell’attuazione dei cambiamenti essenziali nella lotta contro il riscaldamento globale. Prendere in considerazione lo sviluppo sostenibile nei processi di gestione può quindi contribuire al raggiungimento degli obiettivi finanziari, da un lato, e dei grandi obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e/o degli OSM delle Nazioni Unite, dall’altro.

QE MAGAZINE #2 2021

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