Monaco Ocean Week 2022: parliamo di plastica con il Centro Scientifico di Monaco

In attesa del debutto della Monaco Ocean Week, i cui lavori sono previsti dal 21 al 26 marzo prossimo, il Centro Scientifico di Monaco ha pubblicato uno studio appena pubblicato sulla rivista specializzata Frontiers in Microbiology, realizzato con il sostegno del governo di Monaco, l’Associazione degli Amici del Centro Scientifico di Monaco e Lady Monika Bacardi, intitolato An Increase of Seawater Temperature Upregulates the Expression of Vibrio parahaemolyticus Virulence Factors Implicated in Adhesion and Biofilm Formation

La plastica e il riscaldamento dell’acqua di mare favoriscono la virulenza dei batteri patogeni. Questa è la conclusione di uno studio recente appena pubblicato dal Centro Scientifico di Monaco che, con questo testo, ha identificato una nuova minaccia con qui mette in relazione l’aumento della temperatura dell’acqua di mare e l’attaccamento di batteri patogeni alle superfici di plastica, aumentando il rischio di infezioni per le specie viventi, soprattutto per la salute umana. Infatti con più di 20 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica scaricati nei mari e negli oceani ogni anno, questo flagello distruttivo per la biodiversità marina è anche un rischio reale. Il programma di studio condotto su Vibrio parahaemolyticus, che è responsabile di intossicazione alimentare a volte molto grave, mostra che “sotto l’effetto del riscaldamento dell’acqua del mare, questo batterio marino da uno stato di quiescenza passa a uno stato di attivazione…” spiega la dott.ssa Dorota Czerucka, direttore di ricerca nel team dell’ecosistema e dell’immunità al Centro Scientifico di Monaco. “In queste condizioni – si legge nello studio – la sovraespressione di fattori di virulenza gli permette di produrre proteine coinvolte nella formazione del biofilm e la sua capacità di colonizzare le superfici – e le adesine – molecole di attacco, primo passo nella creazione di questa sintesi”.

Viene inoltre evidenziato che in queste stesse cellule, la virulenza dei batteri può essere ridotta al minimo. In queste stesse condizioni, il Vibrio parahaemolyticus esprime produce anche l’emolisi, una tossina che attacca il flusso sanguigno prendendo di mira i globuli rossi. Negli oceani, i batteri vivono principalmente in associazione con sedimenti, plancton e plastica. La combinazione di plastica e aumento delle temperature può dunque generare “nicchie ecologiche”, che possono contribuire a diffondere questi patogeni o creare nuovi patogeni o creare focolai infettivi sia per ingestione di organismi che si nutrono di filtri come le cozze contaminate con cozze contaminate da microplastiche; che per contatto diretto in acqua di mare. Questo meccanismo osservato per Vibrio parahaemolyticus può essere trovato in altri batteri come Vibrio vulnificus, che è responsabile di infezioni cutanee gravi e potenzialmente fatali.

QE-MAGAZINE #3 MARZO 2022

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