L’isolamento involontario di Monaco ai tempi del Covid19

E’ davvero difficile credere che, nonostante siano trascorsi secoli, le istituzioni monegasche si sorprendano nel comprendere i limiti, non solo geografici, del Principato di Monaco

Come abbiamo già scritto nelle pagine dell’ultimo QE, sappiamo bene tutti che il territorio monegasco è da sempre un’enclave tra i comuni francesi da cui provengono decine di migliaia di lavoratori pendolari al giorno, proprio grazie alle opportunità offerte nel regno del Principe Alberto II di Monaco. Tutto scontato forse, ma pare che la pandemia del coronavirus sia servita a farci capire anche che i governanti della terra di Voltaire, stringendo convenzioni ed accordi bilaterali particolarmente sofisticati, siano pure abbastanza scaltri da influenzare la normale quotidianità dei monegaschi. La reazione di qualche giorno fa, comunicata Urbi et Orbi per mano del Consiglio Nazionale di Monaco, è stata, invece una sorta di replica alle limitazioni prescritte dalla Prefettura delle Alpi Marittime – tra cui la già accettata concessione del torneo tennistico Rolex Monte Carlo Masters ma solo a porte chiuse – oggetto di scherno sui media francesi. Pertanto, l’incontro di lunedì 1 marzo tra il Presidente del Consiglio Nazionale, Stéphane Valeri e Eric Ciotti, deputato delle Alpi Marittime e membro del gruppo d’amicizia Francia-Monaco nell’Assemblea Nazionale, è stato particolarmente interessante sotto vari aspetti. Secondo la nota stampa questa, infatti, durante il colloquio si è parlato dell’impegno del Principato di Monaco a favore delle valli colpite dalla tempesta Alex lo scorso ottobre ma anche degli effetti involontari del confinamento causato dalla decisione del Governo francese. In particolare, ricordando che, su richiesta del Principe Sovrano, e in pieno accordo tra il Governo di Monaco e il Consiglio Nazionale, si è posto l’accento sui 3 milioni di euro devoluti alle tre valli interessate, ovverossia 1 milione di euro a valle per l’aiuto globale alla ricostruzione. Inoltre, un ulteriore milione è già stato messo a disposizione per il versante italiano della Valle Roya. Il presidente del Consiglio nazionale ha dunque accolto calorosamente e ringraziato il suo collega francese per l’ impegno e sostegno durante l’episodio del decreto francese del 31 gennaio, che limita momentaneamente i movimenti dei residenti del Principato per un raggio di 30 km intorno alla loro casa (senza test PCR) in queste ultime settimane. Eric Ciotti aveva, tra l’altro, preso posizione con un comunicato, datato 14 febbraio, nel quale indicava che queste decisioni del governo francese per limitare la diffusione della Covid19 siano state “vessatorie e non necessarie”. (Anche) secondo lo stesso Ciotti, tale misure erano “contrarie alla tradizione molto forte di amicizia e di unità tra la Francia e Monaco”, così come alla convenzione franco-monegasca che garantisce la libera circolazione dei cittadini dei due paesi sui due lati della frontiera. “Eric Ciotti è un amico fedele del Principato”, ha detto Stéphane Valeri, “abbiamo entrambi una relazione di lunga data e amichevole.”

QE MAGAZINE #2 2021

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