La movida della Côte

Chi ha frequentato la Costa Azzurra e Monaco negli ultimi vent’anni, oggi non può fare a meno di notare che la vita notturna, la cosiddetta movida, sia cambiata parecchio.

Provate ad andare a cena una domenica sera (lontana dal mese di Agosto) e a fare il relativo dopocena gustando un buon cocktail e vi accorgerete che la scelta si limita ai soliti notissimi locali in zona porto e poco più (quando sono aperti). Certo i problemi sono altri, è ovvio, ma viene da chiedersi cosa sia cambiato anche solo guardando alla fine degli anni novanta, periodo in cui ogni giorno della settimana Monaco si accendeva popolandosi di gente di tutte le età e di tutte le nazionalità che riempiva locali, ristoranti, lounge bar e discoteche.

La decennale crisi economica europea ha stroncato di fatto il comparto “entertainment” perché nei momenti economicamente delicati è lì che si opera il primo risparmio. Non esiste più quella che una volta era definita “middle class” e la cosiddetta borgesia, o meglio: ha ridefinito i propri margini operativi e in molti casi si è spostata da Monaco. Rimangono i turisti che tuttavia generalmente hanno la tendenza a pernottare in zone limitrofe, risparmiando parecchio, e nel Principato vengono solo per bere un cocktail e farsi un paio di selfie. Poi ci sono i residenti Monegaschi e delle aree Beausoleil, Roquebrune e Cap d’Ail, che frequentano il Principato perché è il loro centro di business, è lì che hanno gli amici e perché (diciamolo) è un gran bel posto per passare il tempo libero.

Ecco, noto che proprio i residenti hanno dato un giro di vite al ribasso alle loro conviviali uscite serali. Come dare loro torto? Vivere in un area che ha fatto dell’esclusività e del turismo una bandiera ha un prezzo e si traduce in conti salati al ristorante e in qualsiasi altro locale dove passare la serata. Quando sei turista affronti l’esborso con la gioia che ti regala il “week end da leoni”, ma quando ci vivi ti accorgi che il comparto “serale” inizia a incidere pesantemente sul bilancio economico personale e familiare. Da qui l’esigenza, più che comprensibile, di limitare le uscite serali a poche e selezionate occasioni.

Altro aspetto non secondario è quello che riguarda i continui ed inflessibili controlli di polizia sul livello alcolico dei conducenti. Azione preventiva ineccepibile che tuttavia limita non poco la voglia di uscire con gli amici per un cocktail e due chiacchiere. Si, perché la serata-tipo monegasca sta diventando: impazzire per trovare un locale carino, impazzire per parcheggiare, pagare cifre cospicue per bere un cocktail pessimo ed annacquato che tuttavia é più che sufficiente per passare una notte di “garde à vue” alla centrale in caso di test etilico da parte della polizia (con i limiti attuali basterebbe anche solo mangiare un boero al rum per essere fuorilegge).

Il risultato qual è ? Meno gente in giro la sera, a parte i soliti irriducibili che sono parte dell’architettura, e più serata a casa di amici, magari senza nemmeno prendere la macchina. Si sta benissimo, si risparmiano un sacco di denari e, soprattutto nella community italiana, si mangia e si beve sempre ottimamente. Cosa si può volere di più?
Scusate, adesso vi saluto perché sto preparando il ragù per la cena con gli amici di stasera.

 

photo copyright Riccardo Pizzi

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