La lingua italiana nell’era dei social network

Siamo nella Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e mi chiedo fino a quando la nostra amata lingua dovrà sopportare le violenze grammaticali che da più parti la tormentano. Certo, una lingua viva si modifica e si adatta nel tempo, assorbe parole straniere e genera neologismi che presto diventano di uso comune, ma non sono questi i problemi che affliggono l’uso quotidiano dell’italiano scritto.

La speranza che la diffusione dei social network potesse abituare la gente a scrivere e a scrivere meglio si sta rivelando completamente infondata. La grande opportunità che ci ha regalato il web, ovvero quella di diventare “emittenti” dopo un secolo in cui siamo stati solo “riceventi” non è stata colta, o almeno non dalla maggioranza delle persone.

Da frequentatore professionale del mondo digitale mi rendo conto quotidianamente di quanto l’incertezza grammaticale sia purtroppo la regola e non l’eccezione. Non mi riferisco alle (peraltro orride) abbreviazioni usate nello scrivere su WhatsApp, su Messenger o altri strumenti analoghi, ma proprio alla generalizzata povertà delle comunicazioni che leggo su Facebook e Twitter. Svarioni di ogni tipo, la punteggiatura che spesso é sostituita da infiniti puntini di sospensione, coniugazioni che cozzano, gente che dimentica l’acca nel verbo avere in terza persona, insomma: un campionario mortificante che mi fa sorridere e al tempo stesso mi incupisce. Il problema è trasversale e affligge sia le nuove generazioni che quelle vecchie, poichè l’ignoranza tracima ed é estremamente democratica.

Lasciamo traccia ai posteri di ogni fesseria che scriviamo sul web, forse varrebbe a pena di migliorarsi un po’, se non nei contenuti almeno nella forma.

Una cosa che ho imparato nel tempo è che ogni volta che si affronta i tema della grammatica si scrivono strafalcioni, quindi non escludo che ne possiate trovare in questo mio articolo.
Facciamo così: iniziamo a correggerci l’un l’altro e cominciamo da qui.
Segnalatemi le magagne! Ne sarò felice, perché vorrà dire che avrete letto fino a questo punto.

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