Il Festival contro tutti

(Immagine della pagina ufficiale FACEBOOK del Festival di SANREMO 2018)

Il Festival di Sanremo riesce a tirar fuori il meglio e il peggio dalle persone.
Il peggio è, a mio parere, l’atteggiamento forzatamente snob di chi si scaglia contro il festival dicendone tutto il male possibile. I social network sono palesemente l’area più infestata da questo tipo di opinioni non richieste e troppo spesso di una banalità mortificante.

I detrattori si affrettano a dichiarare che loro non seguono Sanremo per i motivi più bizzarri e buffi. Sono certo che in molti casi il trauma risieda nell’infanzia, quando un genitore appassionato li obbligava a seguire la kermesse per tutta la sua durata in silenzio e senza disturbare.

Io ad esempio non seguo lo sceneggiato Il Segreto, ma non mi sognerei mai di dichiararlo fieramente come se fosse un motivo di vanto. E’ semplice libero arbitrio. Il fatto è che il detrattore tipo del Festival percepisce esattamente la risonanza dell’evento e prendendone le distanze alimenta la vana speranza di essere visto come un illuminato, un intellettuale raffinato che si erge sulla massa nazional-popolare prendendo una posizione netta. Questo è un atteggiamento ormai così diffuso e banale che si potrebbe fondare il partito dei “finti intellettuali anti Sanremo”, sono certo che sarebbero fantastici tutti insieme. Poi nella realtà ascoltano musica super vecchia o semplicemente pessima e non sono in grado nemmeno di distinguere un accordo minore da uno maggiore.

Ma questo pare essere un dettaglio. Si perché la musica é l’espressione più alta possibile di democrazia, ma è anche vero che chiunque sia in possesso di orecchie si sente in diritto di criticare sotto il profilo artistico e interpretativo chiunque stia su un palco.

Sarebbe come affermare che avere le gambe faccia di me automaticamente un esperto di ultramaratona.