A Monaco, arte, cucina e tanti eventi da non perdere…

 Principato di Monaco. Settimana intensa quelle che si è appena conclusa, tra eventi e progetti vari, come vi abbiamo raccontato nel nostro QE-MAGAZINE. Tra questi la decima edizione del concorso internazionale di Arte contemporanea GemlucArt, organizzata a profitto dell’associazione GEMLUC.

Anche grazie a questa brillante iniziativa che ha debuttato nel 2008 con la sottoscritta, negli anni sono stati raccolti fondi impiegati per l’acquisto di apparecchiature donate all’ospedale Princesse Grace di Monaco.

Allo stesso tempo, è stata occasione per molti artisti alle prime armi di varcare il confine, giungere a Monaco da protagonisti ed esporre la loro opera in un contesto decisamente principesco. Tra tutti loro, ad ogni edizione, la giuria tecnica individua il vincitore la cui creazione è più pertinente al tema proposto. Inoltre lo stesso artista è invitato ad esporre, l’anno successivo, nella galleria di Monaco dell’antiquario Adriano Ribolzi, fedele all’iniziativa fin dai primi tempi. Comunque, per la cronaca, l’esposizione GemlucArt, aperta fino al 21 ottobre ha l’orwelliano titolo “1984 : le jour de mes 10 ans je regarde demain”: auguriamo alla direttrice dell’evento, Laurence Garbatine, ed al suo staff, il meritato successo per il lavoro svolto fino ad ora.

Loro, come altre persone che utilizzano il proprio tempo con passione, meritano tutto il nostro rispetto e ammirazione. Diverso il caso, invece, è sentire e leggere come esaltati personaggi dei social media, con presunti milioni di fun sparsi per il mondo, affermino che loro, gli influencer, potrebbero tutti insieme cambiare il mondo se solo lo volessero.

Ora, ragioniamo insieme. Non vi pare  quantomeno inquietante vedere che, dopo le malcelate mezze truffe dei like comprati, gli stessi acquirenti siano convinti di avere autentici eserciti di seguaci che li osannerebbero ovunque vadano, brandendo i propri smartphone, al solo scopo di averli come amici?

Il potere dei social, a volte, è più dannoso che benefico se cade in mani – o tastiere- sbagliate. E di questo, i gestori delle varie piattaforme social ne fanno un business a moltissimi zero.

Ancora altra faccenda, invece, è quando gli stessi device sono usati per raccontare storie e l’attualità che ci circonda. Reduce dal corso di Mobile Journalism organizzato per due giorni a Milano, grazie ai qualificati interventi del collega Nico Piro e di Enrico Farro, mi sono convinta che tutti noi abbiamo abbiamo con i telefonini delle ‘armi’ d’informazione in grado di offrire un servizio giornalistico non solo quando i classici strumenti tradizionale non sono accessibili. Spero, anche a Monaco, di poter presto dare il mio contributo in merito!Nel frattempo, come dico sempre, buona lettura!

Ricordiamo ai nostri gentili lettori che la versione stampabile del magazine digitale QE-MAGAZINE è disponibile ESCLUSIVAMENTE per gli abbonati che ne facciano richiesta, mentre ogni numeri dell’edizione digitale gratuita è ancora sfogliabile su issuu.com/ampmonaco

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